Si è riacceso il dibattito intorno al vaccino Astrazeneca, a cui molti giovani hanno aderito con entusiasmo nei giorni scorsi con l’apertura della vaccinazione alle fasce di età più basse. Eppure si è tornati a parlare del presunto rischio di trombosi e alle alternative per la seconda dose. Ecco quali sono le proposte sul tavolo al momento e quali sono le decisioni prese da alcune Regioni nelle ultime ore.
Astrazeneca: alcune Regioni verso lo stop per i giovani
Intanto molte Regioni hanno sospeso in via cautelativa la somministrazione di Astrazeneca per i soggetti di età inferiore ai 60 anni. Umbria, Sicilia e Valle d’Aosta, infatti, hanno sostituito il vaccino con lo Pfizer. Anche l’open day Astrazeneca previsto per domani al Palaindoor di Aosta è stato annullato e per chi era prenotato sarà disponibile solo Pfizer. La Regione Lazio ha annunciato che per il prossimo open week valuterà vaccini alternativi. Ma quali prospettive si aprono per le fasce di età più basse della popolazione?
Le soluzioni alternative: mix di vaccini?
Se la somministrazione dell’Astrazeneca dovesse essere sospesa in modo definitivo, si porrebbe il problema della seconda dose da somministrare a chi ha ricevuto già la prima. All’orizzonte si prospetta l’idea del mix di vaccini. Studi scientifici recenti, infatti, hanno valutato come sicura la pratica di somministrare due vaccini diversi nelle due dosi. A tale proposito Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv), in un intervento a Radio anch’io su Rai Radio1 ha affermato: “Teoricamente sappiamo che si può fare e addirittura potrebbe anche essere più vantaggioso fare questa vaccinazione con due prodotti diversi. Quindi, perché no? Dal punto di vista scientifico è stato prospettato da tempo, speriamo adesso di poterlo mettere in pratica anche noi in virtù di queste evidenze di casi di trombosi rare importanti con vaccino a vettore virale”.
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