La dieta Weight Watchers, chiamata anche dieta a punti, è stata inventata nel 1963 da Jean Nidetch. La donna, una casalinga di New York, ideò questo particolare regime alimentare partendo dalla sua esperienza personale. In seguito la donna si confrontò con altre persone, chiedendo perfino il coinvolgimento di alcuni medici. Dopo anni in cui non se ne parlava più, negli ultimi tempi, la Weight Watchers è tornata alla ribalta: ecco come funziona e per chi è indicata.
Dieta Weight Watchers: come funziona il sistema a punti
La dieta Weight Watchers si basa su due principi generali. Il primo è quello che bisogna modificare il proprio regime alimentare in modo permanente, senza tornare alle vecchie abitudini dopo aver perso i primi chili. Il secondo principio, invece, riguarda il dover raggiungere il peso che fa sentire a proprio agio con il corpo. Un’altra caratteristica fondamentale è l’adesione ad un programma di gruppo, in cui ogni membro ha il compito di motivare i propri compagni. Ad incentivare ulteriormente è il punteggio che viene assegnato a tutte le pietanze. I cibi ipocalorici avranno un punteggio più basso di quelli ricchi e grassi. In base a parametri personali (come l’età, l’altezza, il sesso, ecc…) viene stabilito un punteggio massimo da non superare.
Quanti chili si perdono con questo regime alimentare
La dieta Weight Watchers non promette dimagrimenti miracolosi, ma mira a migliorare le abitudini alimentari, insegnando a non “strafare” a tavola. Seguendo il programma alimentare proposto, dunque, si può perdere 0,5 o 1 chilo alla settimana. Dopo aver raggiunto il peso-forma, però, non bisogna tornare alle vecchie abitudini per non vanificare tutti gli sforzi. Il sistema a punti, inoltre, permette un menù abbastanza flessibile: l’importante è non superare il punteggio massimo prestabilito. I punti risparmiati durante un giorno, inoltre, possono essere usati in un altro giorno.
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