Cuocere il cibo ad alta temperatura accellera l’invecchiamento dell’organismo: a dimostrarlo è uno studio americano condotto dall’Age Foundation. Responsabili di questo processo sono gli advanced glycation end-products, (AGE), molecole che si formano quando lo zucchero, presente in eccesso nell’organismo, si lega ad altre molecole alterandone la funzionalità. Oltre a quelli prodotti nel nostro corpo, gli AGE possono anche essere ingeriti attraverso gli alimenti, poiché si sviluppano sulla superficie del cibo quando viene cotto a temperature troppo alte.
“E’ importante per le persone limitare la quantità di alimenti alla brace o anche tostati – ha dichiarato Michelle Davenport, membro del consiglio della AGE Foundation – abbiamo infatti scoperto che quando si cucina a temperature più elevate si formano più AGE nel cibo. Quindi il nostro consiglio è quello di cuocere a bassa temperatura per un periodo di tempo più lungo soprattutto alimenti come la carne”.
Ad avvalorare questo studio ci sono anche le scoperte fatte dal dottor Francis Pottenger, che hanno dimostrato che tutti i cibi sottoposti a cottura sono privi di enzimi poiché questi ultimi vengono distrutti a temperature superiori ai 50 gradi per un periodo di appena 20 minuti. La cottura distrugge inoltre le vitamine, in particolare quelle dei gruppi B e C, in percentuali che vanno dal 55 al 97 per cento.
Per non accellerare i processi di invecchiamento, è importante quindi non solo svolgere una costante attività fisica e non eccedere con il cibo pesante, ma prestare attenzione sia al metodo di cottura che alla temperatura impostata. Può essere utile dunque prolungare di qualche minuto la preparazione di una pietanza e prediligere le cotture a vapore o comunque quelle in cui è possibile aggiungere acqua, in modo da ridurre la formazione di AGE. Fondamentale è integrare nella propria alimentazione frutta, verdura e cereali integrali.
Insomma, per contrastare i segni del tempo l’ingrediente da evitare è uno: la fretta.