Sergio Maria Teutonico: “Ecco a voi la mia palestra del cibo”

Abbiamo intervistato Sergio Maria Teutonico, milanese di nascita ma abruzzese inside. Executive chef con esperienza internazionale, docente presso prestigiose scuole di alta cucina, degustatore di formaggi, salumi ed oli. Sommelier professionista FISAR, collabora con diverse testate on-line curando rubriche enogastronomiche. E’ un cuoco giramondo, appassionato e amante della vita per cui la cucina è semplicità, ascolto di sapori e di se stessi

Come nasce la passione per la cucina?
Da bambino quando avevo 14 anni: dopo la classica fase “voglio fare l’astronauta o il pilota” ho capito che volevo fare il cuoco quindi sono partito da zero ed ho fatto la scuola alberghiera.

Cos’è per te la cucina?
In un tempo dove esistono un sacco di libri e programmi di ricette è tutto amplificato. Bisogna avere una linea di coerenza e quindi la cucina deve aiutare e non spettacolarizzare. E come le parole crociate, più ti alleni e più diventi bravo.

Come sei arrivato invece in televisione?
Per caso. La Magnolia mi ha chiamato per un provino e poi mi ha scelto per “Chef per un giorno” su La7. Finita questa esperienza sono tonato in cucina, ma dopo un po’ mi ha chiamato Alice per il programma “Colto e mangiato”.

Come nasce questo programma e come diventa poi un libro?
Parlo semplicemente delle verdure dell’orto, di come cucinare con fonti alternative, di cucina semplice, fresca ed economica ma attenzione non è n libro vegetariano, al contrario è un libro da usare tutti i giorni, ricco di ricette di carne e di pesce e di buonissimi dolci.

In “Chef per un giorno” invece il cuoco-vip migliore e quello peggiore?
Non li dirò mai! Per il peggio posso solo dire che è una donna, mentre per il migliore c’è da dire che tutti i vip erano agguerriti come se fosse la finale dei Mondiali, hanno studiato molto e quindi li premio tutti.

Il piatto che preferisci cucinare?
Sono un amante del riso, però preferisco che gli altri cucinino per me. Però odio le barbabietole!

Come nasce la tua scuola di cucina e perché l’hai chiamata “La palestra del cibo”?
Per cucinare serve un allenamento e il cuoco deve sperimentare se stesso attraverso il cibo. Scuola o accademia sono termini eccessivi, si tratta proprio di una palestra, una “Cooking Gym”.

Ti occupi di molti corsi: qual è quello più seguito? E uno che ancora vorresti organizzare?
Hanno molto successo quelli in cui viene insegnato come fare il pane, la pizza. Anche i corsi per bambini…e tra l’altro sono più bravi degli adulti! Vorrei entrare più nello specifico e quindi parlare di intolleranze, di diete vegane per far interessare all’argomento anche chi non ne è protagonista.

Invece per quanto riguarda la cucina con gli avanzi?
Nel mio precedente libro spiego proprio come cucinare con gli avanzi, con tutto quello che si trova nel frigorifero per ricette economiche e veloci. Molto consigliate per le mamme con figli e che lavorano e che non hanno tempo per una cucina elaborata.

Un consiglio per chi vuole avvicinarsi al mondo della cucina?
Bisogna partire da scuole di persone professionali. C’è gente che solo perché ama cucinare diventa automaticamente cuoco. Nei miei corsi sono tutti principianti perché sono tutti uguali. Bisogna conoscere le basi prima di tutto e non andare in concorsi televisivi per diventare chef.

Tu che sei anche protagonista della tv, cosa ne pensi di questi “talent” che riguardano la cucina?
Ho il massimo rispetto per i miei colleghi, però a parte Alice e Gambero Rosso degli altri ci siamo frantumati le scatole! Mi spiego: il cibo non deve dare spettacolo, non deve essere un pretesto per fare dell’intrattenimento. In alcuni programmi la gente viene offesa mentre cucina e i piatti diventano secondari per lasciare spazio allo show. Solo i canali tematici ti insegnano veramente come cucinare e basta.

Un segreto in cucina che puoi svelare?
Il segreto è non avere preconcetti e quindi aprirsi e imparare di tutto.

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