Alessandro Montresor ha una malattia rara che rischia di portarlo alla morte prima ancora di compiere due anni. Affetto da linfoistiocitosi emofagocitica (vi avevamo già raccontato la sua storia), una grave malattia genetica, era stato trasferito dall’ospedale Great Ormond Street di Londra al Bambin Gesù di Roma a fine novembre, al fine di essere sottoposto a un trapianto di cellule staminali emopoietiche.
La vana ricerca di un donatore
All’epoca era scattata una ricerca disperata di un donatore poiché i medici gli avevano dato solamente 5 settimane di vita. Quella scadenza era fissata per il 30 novembre 2018 ma per fortuna il piccolo Alessandro sta resistendo meglio del previsto. Sfortunatamente non è stato trovato nessun donatore compatibile, così gli esperti stanno tentando una soluzione alternativa.
Negli ultimi giorni sono stati eseguiti gli screening necessari per identificare, tra i due genitori, chi fosse più adatto a donare le proprie cellule al piccolo. Tra i due, ha vinto il papà. Il trapianto è avvenuto ma bisogna attendere la fine di gennaio per completare il percorso. L’obiettivo è quello di distruggere le cellule portatrici del difetto genetico responsabile della sua patologia.
Compatibilità del 50%
Non aver trovato un donatore compatibile al 100% rende il tutto più complicato. I dottori comunque restano fiduciosi: “In presenza di una completa compatibilità il rigetto è improbabile, ma quando non si trova, si può prendere in considerazione il trapianto da genitore: la compatibilità del padre e della madre è perlomeno del 50%. Per ridurre i possibili danni del trapianto non perfettamente compatibile ci sono varie opzioni”, hanno spiegato gli esperti.
La paura del rigetto
Le cellule del papà sono state infuse nel bambino, ma nei prossimi giorni i medici continueranno a controllare attentamente che non insorgano complicanze e che non si verifichi il rigetto delle cellule trapiantate. Il momento, quindi, resta estremamente delicato. Numeri alla mano, il Bambin Gesù è pronto ad affermare che la tecnica utilizzata su Alessandro è già stata adottata su più di 200 pazienti con ottimi risultati. Non resta che incrociare le dita, aspettare che il tempo faccia il suo corso e sperare che non ci sia alcun rigetto.
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