Salame e salsicce provocano il cancro: liipotesi non è nuova ma le conferme si fanno sempre più insistenti. Una revisione dei testi operata dalla Harvard TH Chan’s School of Public Health, Stati Uniti, ha analizzato un incredibile numero di dati ed ha fornito così l’ennesima prova del preoccupante legame. Quanto verificato su oltre un milione di donne è inequivocabile ed è stato condiviso sull’International Journal of Cancer: il consumo di carne lavorata, tra cui appunto salame e salsicce, aumenta il rischio di contrarre il cancro al seno. Tutto nasce dalla lavorazione cui sono sottoposti quei cibi: l’affumicamento, l’aggiunta di sale e di conservanti al fine di prolungare la durate del prodotto o di modificarne il sapore ha effetti dannosissimi sulla salute e sulla linea. Salute e linea in effetti non sono così distanti, ideologicamente. I dati forniti dall’Associazione Italiana Oncologia Medica (Aiom), infatti, dimostrano che circa il 23 per cento dei tumori al seno è prevenibile semplicemente riducendo obesità, alcol, fumo e i cosiddetti “alimenti a rischio”.
Chi mangia regolarmente salame, salsicce, prosciutto, carne secca, hot dog e chi più ne ha più ne metta rischia quindi di mettere seriamente a rischio il proprio corpo. Gli esperti di Harvard, nonostante gli almeno 15 studi pronti a dimostrare l’assunto, non vogliono ovviamente sollevare inutili allarmismi. Semmai, vogliono risvegliare la coscienza dei singoli e spingere le persone verso abitudini più sane. Il rischio per ogni singola donna che mangia carni lavorare è di per sé basso, tuttavia la principale autrice dello studio – la dott. ssa Maryam Farvid – sottolinea l’importanza di diminuire drasticamente tali prodotti. Eliminarli del tutto è eccessivo, ma se sono stati inseriti nella lista nera degli alimenti cancerogeni dall’Oms già nel 2015 un motivo ci sarà di certo. L’importante è non abusare dei cibi sopracitati e optare piuttosto per un’alimentazione più sana e naturale possibile. Il tumore al seno è il più frequente in Italia e l’incidenza continua ad aumentare (51mila nuovi casi nel 2017 e se ne stimano 52800 nel 2018) ma scelte più consapevoli possono invertire la tendenza.
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