La similinfluenza è il malanno di stagione che ha messo a letto circa 120 mila italiani in pochi giorni. La causa principale è un settembre fuori dalla norma, che ha seguito un percorso a dir poco altalenante: prima c’è stato il caldo torrido, degno del miglior luglio. Poi sono arrivate le piogge tropicali ad annaffiare la penisola. In seguito è tornato il sole cocente, destinato infine a lasciare il posto alla bora. Sarà proprio la bora a portare via la bella stagione facendo definitivamente largo all’autunno. In tutto questo sali e scendi del termometro, gli italiani sono caduti nella trappola e si sono ammalati. La causa di questa similinfluenza – così com’è stata battezzata dagli esperti – è proprio lo sbalzo delle temperature. In tale scenario, si raccomandano i medici, bisogna prestare la massima attenzione e cercare di correre meno rischi possibili. I giorni più rigidi infatti devono arrivare e il peggio, quindi, deve ancora venire.
“Siamo alle prese con i virus similinfluenzali scatenati dai notevoli sbalzi termici a cui siamo esposti. Ad oggi sono stati colpiti circa 80 mila pazienti ma presto si raggiungerà quota 120 mila. Sono in arrivo infatti giorni più rigidi, con le temperature pronte a scendere, quindi salirà notevolmente il numero delle persone ammalate”, ha spiegato il virologo Fabrizio Pregliasco dell’Università di Milano, direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano. I sintomi di questo malanno di stagione sono i più classici: febbre, rinite, tosse e mal di gola. Nulla di pericoloso, ma guai a trascurarli. Il rischio infatti è di trascinarli a lungo, riducendo le proprie difese immunitarie e facendo arrivare il corpo impreparato alla vera stagione influenzale. A settembre 2018 il termometro ha segnato 3-4 gradi al di sopra della media stagionale ma è in arrivo l’aria artica che in pochi giorni farà scendere le temperature ben al di sotto di quelle stesse medie. Occorre agire con consapevolezza per evitare di doversi arrendere a malanni, febbre, letto e riposo forzato.
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