Salvatore Pezzato, dopo numerosi appelli, è stato operato: come sta, quale struttura si è offerta di aiutarlo, chi deve ringraziare.
“Stamattina prima di entrare in sala operatoria mi è passata tutta la vita davanti, ho pensato e se tutto va male e non mi risveglio? Non posso abbandonare la mia famiglia e amici… grazie Dio, grazie a tutti coloro che mi hanno aiutato a diffondere il messaggio, grazie al prof Castagna che mi è stato vicino e mi ha aiutato in tutti i modi e grazie soprattutto all’equipe che mi ha operato (per privacy non posso fare nomi!)… appena sveglio ho fatto il primo respiro e mi sono sentito vivo veramente“. È cosi che Salvatore Pezzano, il ragazzo di Milano che nessuno voleva operare alla clavicola, ha raccontato la sua esperienza in sala operatoria. Un’esperienza, tra l’altro, che gli ha permesso di liberarsi da quel terribile dolore e da tutti i rischi connessi al suo infortunio.
Il ragazzo si era rivolto al web e la sua storia era stata diffusa tramite social e media (il link in fondo alla pagina fornisce tutti i dettagli del caso), ottenendo un ottimo consenso. Il passaparola è stato talmente efficace che, un bel giorno, il telefono ha squillato: c’erano un chirurgo e un’equipe pronti ad intervenire, presso l’ospedale Rizzoli di Bologna. Il peggio è passato, anche se il percorso di recupero di Salvatore sarà lungo. “Mi aspetta una lunga convalescenza di 1 mese, ma sono la persona più felice del mondo!”, ha fatto sapere attraverso il suo profilo Instagram.
Ma non finisce qui. Il giovane ha voluto approfittare dell’interesse suscitato dalla sua delicata vicenda personale allo scopo di portare una testimonianza e dare coraggio a chi, come lui, deve affrontare sfide impegnative: “Desiderio che questo post venga condiviso e possa arrivare a tutti, perché è solo grazie a voi se ce l’ho fatta… desidero arrivi a tutti coloro che stanno combattendo una grave malattia o che stanno male, ricordatevi di non perdere mai la speranza! Me ne sono sentite dire tante… che sarei rimasto disabile, che ci sarei rimasto sotto i ferri o che nel caso migliore avrei perso il braccio, ma sapete cosa rispondo io? Che a tutto c’è rimedio, non bisogna mai arrendersi, mai mollare, mai perdere la speranza“, sono state le sue prime parole.
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