Una donna di 37 anni ha rischiato di morire a causa di uno shock tossico: un pezzo del suo assorbente interno si era staccato, causandole una gravissima infezione.
Amanda Stanley ha 37 anni ed è madre di due bambini. Insomma, una donna come tante altre che ogni 28 giorni si trova ad affrontare il classico ciclo mestruale. Una volta però ha vissuto un’esperienza che l’ha portata al limite, facendole rischiare la vita. Come di consueto aveva deciso di utilizzare l’assorbente interno ma in quell’occasione qualcosa era andato decisamente per il verso sbagliato. Dopo l’uso, infatti, non si era accorta che un frammento dell’assorbente era rimasto all’interno. Trascorse alcune ore Amanda aveva iniziato a soffrire di disturbi quali vomito e febbre alta, decidendo così di rivolgersi al più vicino ospedale. In un primo momento però i medici hanno brancolato nel buio: c’era un’infezione – in fase molto avanzata, tra l’altro – in corso ma non capivano come la donna l’avesse contratta.
Continuando ad accusare febbre e nausea, Amanda è andata bagno e proprio quel semplice gesto è stata la chiave per una salvifica svolta. La donna si è accorta che un pezzetto di tampone era rimasto all’interno ed ha rimesso insieme tutti i pezzi: era così che l’infezione si era fatta strada nel suo corpo. Quell’illuminazione le ha letteralmente salvato la vita: “Sono stata davvero fortunata a notare il pezzo di tampone, così mi hanno potuto curare rapidamente”, ha scritto sui social per raccontare la sua terribile esperienza e raccomandarsi con le donne che usano assorbenti interni affinché facciano sempre la massima attenzione. Amanda si è sottoposta ad un lungo ciclo di antibiotici ma per fortuna tutto è andato per il meglio e può considerarsi fuori pericolo.
Questa infezione si chiama shock tossico e, seppur rara, è comunque possibile. A causarla sono cocchi produttori di esotossina e spesso si verifica nelle donne che hanno avuto una preesistente colonizzazione da stafilococco della vagina e che lasciano, proprio come nel caso di Amanda, dei tamponi o altri dispositivi all’interno dell’organo genitale (anche in modo accidentale). Tale contatto comporta una produzione di esotossine, facilitando la loro entrata nel circolo sanguigno attraverso delle micro-lesioni. Per fortuna le possibilità che si verifichi questo tipo di infezione è molto bassa: solamente 3 casi su 100.000 donne in fase mestruale. Numeri blandi ma, viste le possibili conseguenze, da tenere comunque strettamente sotto controllo.
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