Nuove baby vittime per la Seu: come si cura l’infezione

Non si arresta il numero di vittime della Seu, la Sindrome emolitico uremica: come si cura la malattia e perché il dibattito non accenna a spegnersi.

Una bambina di 13 mesi è morta a Lucera, Foggia, a causa della Sindrome emolitico uremica meglio conosciuto con l’acronimo di Seu e balzata agli onori della cronaca per il numero di baby vittime drammaticamente in aumento. Questo tipo di infezione può avere diverse cause (il link in fondo alla pagina elenca le più comuni e racconta un altro caso) ma, una volta manifestati i primi sintomi, necessita di modalità di cura precisi e tempestivi. Il suo sierotipo più importante è la verocitotossina, che provoca la maggior parte delle infezioni. Adnkronos ha elencato cosa fare in quelle situazioni per non perdere tempo e correre immediatamente ai ripari.

Al verificarsi delle diarree infettive la terapia antibiotica non è affatto necessaria e, al contrario, può perfino dimostrarsi deleteria. Fondamentale invece monitorare il quadro ematologico e la funzione renale dei pazienti al fine di valutare la quantità di urina prodotta e altri segni che possono emergere facilmente attraverso un normale esame delle urine. Ecco perché potrebbe rivelarsi fondamentale il ricovero presso un centro ospedaliero specializzato in nefrologia (soprattutto se comincia a manifestarsi un’insufficienza renale). La procedura continua con la dialisi e la plasmaferesi al fine di eliminare dall’organismo ogni traccia di sostanze tossiche.

La Asl di Bari ha voluto invece spiegare gli errori da non commettere per evitare un’eventuale infezione: “Per prevenire la Seu, il cui rischio di contagio cresce con l’aumentare delle temperature, si consiglia di evitare il consumo di carne poco cotta (in particolare trita) e di latte crudo non pastorizzato e derivati. Non esporre i bambini più piccoli a rischi inutili, quali il consumo di cozze e frutti di mare crudi e prodotti lattiero caseari per i quali viene utilizzato latte non controllato o proveniente da aziende non censite e verificate dai competenti servizi veterinari”. Stesso discorso per gli insaccati, la frutta e la verdura lavata in modo poco accurato e l’acqua che non viene custodita in luoghi chiusi, asciutti e verificati.

Nuove baby vittime per la Seu: come si cura l'infezione

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