Alice era malata di leucemia mieloide ed era diventata un simbolo di lotta e speranza grazie alla pagina Facebook Un ponte per Alice, creata dai suoi genitori: la bimba si è spenta a soli 2 anni e mezzo.
Ad agosto 2016 la neonata Alice aveva ricevuto una terribile diagnosi: era affetta da leucemia mieloide acuta. I genitori non si erano arresi e avevano cominciato una stregua lotta contro la malattia, condividendo on-line tutte le tappe della battaglia. Per farlo hanno pensato di creare una pagina Facebook, Un ponte per Alice, che non ha tardato a a conquistare oltre 30mila fan. Le persone hanno tifato per Alice giorno dopo giorno ma purtroppo non è servito a niente: la piccola si è spenta a soli 2 anni e mezzo.
“Un ponte per Alice, quello che abbiamo costruito intorno a te per poterti aiutare a vivere una vita lunga e felice, ora quel ponte collega la terra con il cielo è da lassù che tu ora ci illuminerai la strada con i tuoi occhioni azzurri”. Queste le parole usate da mamma Valentina e papà Stefano per annunciare la scomparsa di questa piccola ma valorosa bimba. Ultimamente i dolori non le mancavano la Alice alternava con pazienza fastidiose trasfusioni a pomeriggi di gioco. Eventi di beneficienza avevano raccolto fondi importanti per lei “in attesa di un miracolo”: purtroppo quel miracolo non è avvenuto e la triste notizia ha ammutolito quanti speravano in un altro finale.
Sulla sua pagina sono piovuti commenti carichi di affetto: “Ciao piccola, gioca fra gli angeli e proteggi i tuoi genitori”, “Amore piccolo… i tuoi bellissimi occhi e il tuo sorriso splenderanno tra le stelle del cielo”, si legge. Purtroppo la leucemia mieloide acuta è una malattia che si sviluppa a partire dal midollo osseo (mieloide) e che progredisce velocemente (acuta) fino ad arrivare a trasformazioni di tipo tumorale. È poco frequente prima dei 45 anni ma in Italia rappresenta il 13 per cento delle leucemie tra i bambini di età compresa tra 0 e 14 anni. Alice non ce l’ha fatta ma la sua storia è davvero entrata nel cuore delle persone.
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