Un uomo di 47 anni si era recato in ospedale per curare una semplice infezione: i medici gli hanno somministrato un antinfiammatorio e il paziente è morto dopo pochi minuti per uno choc anafilattico.
Daniele Battistelli, un uomo di 47 anni in buona salute, si era recato presso il Policlinico Umberto I di Roma poiché lamentava forti dolori a un testicolo. Dopo i primi controllo la diagnosi fu semplice: si trattava di un’infezione. Nulla di grave, ovviamente: bastava curarla e l’uomo sarebbe guarito nel giro di poco tempo. La mossa successiva fu quella di sottoporre il paziente ad una flebo. Peccato però che la morte è sopraggiunta 10 minuti dopo a causa di choc anafilattico. La tragedia è accaduta il 30 giugno 2016 ma è tornata a far parlare di sé poiché il gip ha respinto la richiesta di archiviazione della procura e, su richiesta dei familiari, ha disposto nuove indagini.
Ad occuparsi della vicenda è Nunzia D’Elia, coordinatrice del pool di magistrati addetti alle colpe mediche. Resta da chiarire cosa sia accaduto esattamente quel giorno. Una testimone ha riferito qualche dettaglio utile a ricostruire i fatti: “Il tempo di inserire la flebo e si è iniziato a sentire male, è riuscito solo a dire: ‘Ho la bocca che sa di metallo. Mi sento male, mi sento male’. Poi è crollato a terra. Subito sono accorsi i medici, anche loro sconvolti”. Nella flebo era stato messo un mix di farmaci contenente anche Augmentin, un antibiotico. I dottori giurano di aver tentato di rianimarlo, senza però avere successo. Di ben altro avviso i familiari della vittima.
Secondo i loro legali i medici non avrebbero praticato la manovra di Trendelenburg, ovvero una specifica procedura anti-choc. Di certo la colpa è stata di una reazione allergica che nessuno avrebbe potuto prevedere, resta tuttavia da capire se al paziente siano state garantite le procedure più corrette sia prima di essere sottoposto alla flebo che dopo il verificarsi dello choc anafilattico. L’uomo era padre di un bimbo di 3 anni e la sua assurda morte resta un fatto doloroso per i suoi cari ma anche per il personale che si è occupato di lui.
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