La storia di Emelle è un inno ai social e alla salute: la ragazza soffriva di anoressia ma grazie ad Instagram riesce a capire che c’è molto di più nella vita.
Emelle Lewis andava al liceo quando ha cominciato a vivere i primi disagi: le sue amiche avevano corteggiatori e fidanzati mentre a lei andava molto meno bene. Chiedendosi quali potessero essere le cause, la giovane si diede la peggiore delle risposte: probabilmente era troppo brutta e grassa per piacere ai ragazzi. Così, a soli 15 anni, cominciò la sua battaglia contro l’anoressia. Il suo peso era una continua causa di dolore, tant’è che l’alimentazione che seguiva prevedeva solamente insalata, gallette di riso e cereali.
Era diventata certamente più magra e si vedeva bene con quel nuovo esile corpo. Indossava vestiti da bambina e restava sveglia il più a lungo possibile nella convinzione che così facendo avrebbe bruciato molte calorie. Non si accorgeva, però, che i chili erano davvero troppo pochi e che stava camminando sull’orlo di un precipizio privo di salvezza. Poi, un giorno, Emelle ha cominciato ad interessarsi ai social. Instagram in particolare le permise di accorgersi che molte ragazze avevano sofferto di anoressia ma erano riuscite ad uscirne. Questo le diede un grosso spunto di riflessione e l’input per dire a se stessa che c’erano ancora tante cose da realizzare.
“È veramente questa la fine che vuoi fare?”, si cominciò a chiedere Emelle. Erano passati 7 anni e lei, ormai ventiduenne, riuscì a capire che nella vita c’era molto di più rispetto alla continua lotta con il cibo e con la bilancia. Oggi la giovane studia Psicologia in Gran Bretagna e utilizza i social per raccontare la sua storia, nella speranza di poter aiutare ragazze in difficoltà proprio come altre hanno fatto con lei. “Viviamo una volta sola, non sprechiamola”, dice sul suo account ufficiale mentre posta fotografie che mettono in mostra il suo fisico sano e tonico. Oggi Emelle è uscita dal baratro della malattia, segue una corretta alimentazione, si allena in palestra e soprattutto ama profondamente il suo corpo.
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