Il Baricitinib è un farmaco contro l’atrite reumatoide da somministrare per via orale: arriva in Italia ed è rimborsabile.
Accanto ai farmaci tradizionali e ai biotecnologi, per combattere l’artrite reumatoide l’Italia accoglie un nuovo farmaco. Si chiama Baricitinib, sarà rimborsabile e rappresenterà un’importante opportunità: potrà infatti aiutare i pazienti che rispondono poco o in maniere decrescente ai farmaci di prima linea. Insomma, una nuova formula terapeutica che merita un’accoglienza positiva in quanto rappresenta di fatto un’opportunità in più per il malato. Un’ultima spiaggia, ma efficace. Gli studi finiti finora all’attenzione dell’Agenzia Europea del Farmaco (Ema) e a quella italiana (Aifa) ne evidenziano infatti la validità, senza contare che il medicinale sarà rimborsabile in tutto il Paese. Interessante anche la somministrazione per via orale (al contrario degli altri, che necessitano di iniezione), la quale ne semplifica l’utilizzo e garantisce di certo una più fedele aderenza alle terapie.
L’artrite reumatoide è, da definizione, una poliartrite infiammatoria cronica che porta a dolore e progressiva deformazione delle articolazioni. Alla lunga può portare alla perdita delle funzionalità articolari e le cause di insorgenze non sono note con certezza. Baricitinib si preannuncia valido per le forme “refrattarie” di questa patologia ed introduce un’ulteriore innovazione nel meccanismo d’azione: inibendo gli enzimi Janus chinasi 1 e 2, responsabili dello sviluppo e dell’avanzamento della malattia, esso riesce a bloccare diverse proteine infiammatorie (dette citochine). L’annuncio della nuova medicina è stata accolta con estrema positività dagli esperti, visto che il numero di pazienti refrattari alle cure tradizionali è salita al 40-50 per cento del totale. Questi soggetti che purtroppo non ottengono alcun miglioramento dal trattamento di prima linea (il quale consiste, di solito, nel metotrexato) possono quindi tentare una nuova promettente strada.
Solitamente l’efficacia delle terapie a base di metotrexato viene misurata a 3 mesi e poi a 6 mesi. A questi intervalli viene valutato il controllo dei sintomi e, ancora meglio, la remissione della patologia. In caso di esiti nulli si rende necessario l’utilizzo di terapie di seconda linea tra cui, appunto, il nuovo Baricitinib. Bisogna assumere una compressa al giorno e i risultati dovrebbero essere notati già in poche settimane. Dopo 24 o 52 settimane quei risultati devono essere confermati, in particolar modo il controllo del dolore. Tutti i dettagli sono stati pubblicati in diversi articoli del New England Journal of Medicine e sulla rivista Annals of Rheumatic Diseases.
Photo credits Twitter