E se la lotta al carcinoma passasse per una proteina che non previene la malattia ma tuttavia riesce a frenare il suo avanzamento? La scoperta, in prevalenza italiana, rivoluziona l’oncologia.
Una proteina ha rivoluzionato la ricerca in ambito oncologico: si tratta della p140Cap, individuata dal Dipartimento di Biotecnologie molecolari e Scienze della Salute di Torino. Lo studio è stato coordinato dalla dottoressa Paola Defilippi e subito pubblicato sulla rivista Nature Communication. Il merito della proteina è quello di ostacolare la capacità del tumore di produrre metastasi, riuscendo così a frenare la progressione della malattia. Considerando che 1 donna su 7 viene colpita dal tumore al seno, facile intuire la portata della scoperta.
Tra i milioni di casi di tumore al seno che si verificano ogni anno, il 20 per cento è caratterizzato dalla presenza di un eccesso delle proteina Erbb2 (nota anche come Her2), causato dall’aumento del numero di copie del gene che la codifica sul cromosoma 17: esso è quindi un marcatore predittivo finora ignorato. La proteina Erbb2 è a tutti gli effetti un oncogene visto che contribuisce alla proliferazione incontrollata delle cellule. È così che permette anche la moltiplicazione delle cellule tumorali nonché la loro migrazione verso altri organi, che vengono attaccati dalle metastasi. I ricercatori hanno trovato il modo di proteggere i pazienti e il segreto risiede proprio nella proteina p140Cap. Essa protegge dai devastanti effetti della Erbb2 ma è presente solo nel 50 per cento delle donne malate.
È proprio partendo da questo meccanismo che prende forma la scoperta dell’equipe prevalentemente italiana: mettere a punto delle terapie che riescano a sviluppare la p140Cap anche nelle donne che non riescono a farlo in modo autonomo. Ciò consentirà loro di fronteggiare anche le patologie più aggressive, rallentando la moltiplicazione delle metastasi e quindi frenando l’avanzare del tumore. La malata potrà avere più tempo per vivere e guarire. L’effetto protettivo della p140Cap è infatti in grado di limitare la crescita del tumore, puntando ad una possibilità di guarigione ben più ampia.
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