Chi collega il sonno al riposo dovrà correggere il tiro: la veglia serve al cervello per soddisfare un’esigenza completamente diversa ma altrettanto importante. La scienza avanza una nuova credibilissima teoria.
Quando si pensa al sonno viene subito in mente il riposo del corpo e della mente. Il ruolo del dolce dormire sembrava quasi scontato eppure agli scienziati questa spiegazione non è mai bastata. Nel corso dei decenni sono state avanzate diverse teorie per rispondere a domande quali perché si dorme, quali benefici ne trae il corpo, cosa accade al cervello quando si dorme. L’idea più sensata è sempre stata quello del risparmio energetico o del recupero: non a caso le cellule si rigenerano nella notte molto più che nel giorno, capitalizzando l’effetto benefico del riposo.
Altre teorie hanno provato a suggerire che, come negli animali, il sonno serva ad allontanare i predatori: nel caso dell’uomo i predatori potrebbero essere i malanni e dormire rappresenterebbe la più valida difesa. Infine, il sonno potrebbe offrire l’opportunità di eliminare le tossine dal cervello. Nulla di insensato, eppure recenti ricerche svolte sui topi (ma confermate con ogni probabilità anche sull’uomo) fanno largo ad un’idea che cambia parzialmente le carte in tavola. In gergo scientifico si tratta dell’ipotesi omeostasi sinaptica, ma il concetto può essere tradotto in maniera molto più semplice: si dorme per dimenticare.
Dimenticare cosa? Probabilmente alcune delle cose che impariamo quotidianamente ma che via via si rivelano poco utili. Per far spazio all’apprendimento di qualcos’altro – probabilmente più rilevante – occorre potenziare le sinapsi, ovvero le connessioni tra i neuroni del cervello umano. Solo la presenza di tali collegamenti consente di memorizzare nuovi ricordi. Ad effettuare questa ricerca è stata una collaborazione tra l’Università del Wisconsin e l’Università Politecnica delle Marche. A quanto pare durante il sonno le connessioni tra i neuroni del cervello si rimpiccioliscono all’incirca del 20 per cento, permettendo quindi un piccolo reset della memoria. Tale azione è quindi volta al mantenimento dell’equilibrio, ma a questo punto chi non ha paura di dormire e perdere qualcosa cui teneva per un motivo o per un altro?
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