Era ovvio che la comunità gay avrebbe reagito in qualche modo di fronte alle forti dichiarazioni di Silvana De Mari: parlando di omosessualità, erotismo e sessualità, la polemica è stata più che mai accesa.
Silvana De Mari si è ampiamente espressa in merito ad omosessualità ed erotismo: la scrittrice, blogger e medico, in effetti, ha parlato a ruota libera su un tema più che mai delicato. La De Mari ha elencato prima di tutto le patologie che derivano dal sesso anale, tra cui emorroidi, fistole, prolassi e una lunga serie di complicanze ano-rettali. In più, ha affermato che tali pratiche sessuali derivano dai riti di iniziazione delle sette sataniche e che gli omosessuali sono degli asessuati omoerotici che stanno annientando il cristianesimo.
Nei giorni seguenti le sue idee hanno poi coinvolto il concetto della sessualità e dell’erotismo: “L’omosessualità non esiste poiché la sessualità prevede sempre l’incontro di un gamete maschile ed uno femminile. La natura pensa alla generazione successiva di conseguenza quando non si incontrano due gameti di sesso opposto si deve parlare di erotismo, nel caso della presenza di un uomo e un donna; oppure di omo-erotismo nel caso della stimolazione erotica fra persone dello stesso sesso”, ha dichiarato la De Mari senza troppi giri di parole, una volta incalzata dai media che volevano andare a fondo nella vicenda. Impossibile non attendere, ovviamente, una reazione della comunità gay.
Il discorso si è fatto ancora più scottante quando la De Mari ha affermato che l’assenza di sessualità vera, intesa appunto come incontro di due gameti di genere opposto, impedisce una maturazione sessuale piena e completa per l’individuo. Offesi dalla ferocia delle tesi espresse dalla dottoressa, la comunità gay non è restata a guardare e ha fatto la propria mossa chiedendo la sua radiazione dell’albo dei medici. Le idee della De Masi – sulle quali si potrebbe discutere a lungo e sotto diversi punti di vista – le costeranno un prezzo così alto? Oppure avranno la meglio la libertà d’espressione e le basi psico-antropologiche citate dalla De Mari? La polemica resta accesa e probabilmente non cesserà di suscitare reazioni contrastanti.
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