Michela è nata dopo 23 settimane, quando pesava solamente 480 g. A 3 anni di distanza, come sta oggi l’ex bambina piuma?
Sono passati 3 anni da quel miracolo. Alcune complicazioni avevano reso necessario un parto cesareo d’urgenza alla 23ª settimana, un caso davvero al limite. La letteratura medica riporta casi di sopravvivenza solamente per alcuni bambini giapponesi nati nella 22ª settimana, senza contare che il peso della piccola era davvero basso: 460 g, scesi a 400 per il calo fisiologico che hanno tutti i bambini dopo la nascita. Michela rappresenta un successo quasi unico nel suo genere: nella stessa situazione sopravvive solamente 1 bambino su 10.
La piccola era stata tenuta sotto osservazione per 101 giorni, trascorsi i quali aveva lasciato definitivamente l’ospedale per cominciare la vita insieme alla sua famiglia. Mamma Rosetta e papà Domenico non credevano ai loro occhi: Michela stava bene, conduceva una vita da bambina normale e cresceva regolarmente. Insomma, tutto stava andando per il meglio. Eppure i bambini che nascono con un peso inferiore ai 1500 g possono essere soggetti a varie patologie quali ad esempio problemi respiratori, neurologici o alla vista. Come sta quindi oggi Michela?
Per fortuna, sta più che bene. L’ex bimba-piuma ha spento le candeline del suo 3′ compleanno proprio in quell’ospedale che le aveva dato una chance di sopravvivenza, ovvero il Sant’Anna della provincia di Como. Mamma e papà sono voluti tornare lì per festeggiare insieme ai medici e alle infermiere che quella notte hanno compiuto il miracolo. Michela va all’asilo, gioca con gli altri bambini, guarda Peppa Pig in tv ed è una bambina piuttosto indipendente, dal carattere forte. Solo lo 0,4 per cento dei bambini che vivono il suo stesso calvario non ha complicanze cliniche. Lei ce l’ha fatta e spegnendo quelle candeline regala un sogno ai suoi genitori e, al tempo stesso, dà speranza a tutti gli altri bambini in difficoltà.
Photo credits Facebook