Momento nero per alcuni cibi made in Italy: continuano i sequestri tra i prodotti più consumati durante le festività natalizie. Dopo vongole e pesce è la volta degli amatissimi tortellini.
Non c’è pace per la gastronomia italiana: dopo i problemi occorsi a vongole (LEGGI ANCHE: VONGOLE INFETTE? IL MINISTERO DELLA SALUTE SMENTISCE LA NOTIZIA) e pesce (LEGGI ANCHE: SEQUESTRATE 1,5 TONNELLATE DI PESCE: DOVEVA ARRIVARE SULLE TAVOLE A NATALE), ora è la volta dei tortellini: i carabinieri del Nas di Bologna hanno sequestrato 17 tonnellate in seguito ad alcuni controlli effettuati su aziende e laboratori di pasta fresca, pane e pasticcerie. Su 71 aziende ispezionate nei territori delle province di Bologna, Ferrara, Rimini e Forlì-Cesena ben 15 hanno fatto registrare delle irregolarità anche gravi.
Su tutte, 2 aziende (una in provincia di Bologna e l’altra in provincia di Ravenna) sono state sospese e hanno portato al sequestro di ben 17 tonnellate di impasto per tortellini (carne e formaggio), per un valore complessivo di 400mila euro. Ad aggiungersi anche altri sequestri a materie prime scadute e depositi abusivi, tra cui 7 tonnellate di pane e 1 tonnellata di farine e lieviti. Le norme igieniche previste dalla legge non venivano rispettate, tra cui una regola tanto ovvia quanto basilare: non utilizzare ingredienti scaduti. Questi, al contrario, continuavano ad essere inseriti negli impasti anche a distanza di diversi mesi.
Oltre al sequestro dei prodotti sono stati denunciati 6 imprenditori del settore alimentare e consegnate diverse multe per un totale di diverse migliaia di euro. La corretta filiera di molti prodotti alimentari – tra cui diversi ‘must’ delle festività natalizie – non era affatto assicurata e i prodotti messi in commercio risultavano lesivi per i consumatori. L’intensificazione dei controlli ha portato alla scoperta di una lunga serie di irregolarità in aziende attive nella produzione, le quali avrebbero immesso sul mercato cibo potenzialmente pericoloso per la salute e il benessere dei consumatori. Dalle carenze igieniche alle materie prime scadute, fortunatamente questi prodotti non arriveranno mai sulle tavole degli italiani.
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