L’ennesimo caso di bullismo finito male lascia tanto amaro in bocca. Brandy, 18 anni, aveva denunciato più volte i suoi molestatori ma nessuno ha saputo fermarli.
Brandy non ha retto al peso delle molestie cui era sottoposta ogni giorno, da anni, e si è tolta la vita a soli 18 anni nell’unico posto in cui si sentiva al sicuro – la sua stanza – e davanti alle sole persone che la amavano davvero – mamma, papà e sua sorella. Ovviamente il bullismo era cominciato a scuola. Brandy Vela non era affatto brutta (e le foto lo dimostrano, qualora fosse necessario) ma i suoi compagni la chiamavano cicciona e la facevano sentire sempre fuori luogo.
L’Indipendent ha raccontato molti dettagli della sua triste storia. I bulli avevano creato persino dei profili falsi a suo nome su diversi siti di incontri, mettendo la sua foto e il suo numero di telefono per creare annunci in cui si offriva sesso gratuito. Facile immaginare che tipi di telefonate avesse cominciato a ricevere la ragazza. Nonostante la denuncia alla Texas City Indipendent School, l’unica cosa che aveva ottenuto era stato un consiglio: “Cambia numero di telefono”. Melissa Tortorici, responsabile della comunicazione dell’istituto scolastico, ha infatti affermato che i molestatori di Brandy avevano utilizzato un’app che impediva il loro riconoscimento, di conseguenza era impossibile rintracciare con certezza i veri colpevoli.
Ad un certo punto Brandy non ce l’ha fatta più. Ha mandato un messaggio alla sorella Jacqueline nel quale scriveva: “Ti voglio tanto bene, ricorda solo questo, mi dispiace per tutto”. Appena ricevuto il messaggio Jacqueline, 22 anni, ha avvisato i genitori si è precipitata nella stanza della sorella, che si era messa contro un muro con una pistola in mano. A nulla sono servite le suppliche dei suoi familiari: Brandy, in lacrime, ha fatto partire il colpo mortale. La polizia ora sta seguendo la pista del cyberbullismo, mentre la stanza di Brandy è diventata un piccolo santuario pieno di post-it sul muro carichi di affetto. Il rammarico tuttavia resta lo stesso, uguale in ogni storia: perché agire sempre quand’è troppo tardi per evitare il peggio?
Photo credits Twitter