Era in treno e viene colpito da un attacco di cuore: lui, anziché chiedere aiuto o chiamare il 118, fa una ricerca sul Google dal suo smartphone. Quando arrivano i soccorsi è troppo tardi: lo trovano morto.
Ormai siamo abituati a chiedere qualsiasi cosa a Google e al nostro smartphone: gli orari del cinema, l’età o l’altezza dei personaggi dello spettacolo, dove andare a cena, che strada percorrere, come fare qualcosa o che ricetta seguire. Nulla di male, purché non si esageri e non si perda l’attinenza con la realtà. È proprio questo tuttavia ciò che dev’essere accaduto ad un cinquantenne di Isola Vicentina, in provincia di Vicenza. L’uomo viaggiava sul treno intercity 669 che va da Milano a La Spezia quando è stato colpito da un malore. Tuttavia la sua decisione, anziché chiedere aiuto agli altri passeggeri o chiamare il 118, è stata un’altra.
L‘uomo ha preso in mano il suo smartphone e ha digitato su Google le parole ‘attacco cardiaco’, con l’obiettivo di ottenere informazioni sui sintomi. Dopo un po’ ha perso i sensi e si è accasciato a terra. A nulla sono serviti gli sforzi profusi per aiutarlo: il capotreno ha cercato di rianimarlo praticandogli un massaggio cardiaco, insieme ad un medico presente sul treno che ha cercato di dare il proprio contributo. Purtroppo erano stati persi minuti preziosi e per l’uomo ormai non c’era più nulla da fare.
Poco dopo sono arrivati sul convoglio anche il 118 e un medico, ma il passeggero era già morto. I soccorritori hanno spiegato l’accaduto, compreso il particolare di Google. Sono stati loro, infatti, a notare che l’uomo stringeva in mano uno smartphone con la ricerca già avviata. La salma è stata portata a Genova in attesa dell’autopsia, tuttavia qualcosa può essere dedotto anche prima dei risultati: quando arriva un infarto il tempismo è l’elemento più importante, meglio farsi aiutare da medici e persone in carne ed ossa piuttosto che da un motore di ricerca, per quanto efficiente possa essere.
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