Se è vero che anche l’occhio vuole la sua parte, i brutti ma buoni dovrebbero essere penalizzati. Eppure il loro inconfondibile sapore e l’indiscussa fragranza permettono a questi biscotti di guadagnarsi un posto d’onore sulla tavola – e nello stomaco! – degli italiani. Originari del Nord Italia, Piemonte (Novara) e Lombardia (Varese) se ne contendono la paternità. Poco importa a questo punto, visto che ormai i brutti ma buoni sono diffusi in tutta Italia e trovano spazio soprattutto con l’arrivo del periodo natalizio.
Ingredienti per circa 15-20 biscotti:
- 100 g di mandorle tostate (o di nocciole)
- 80 g di zucchero a velo
- 1 albume d’uovo
- 20 g di zucchero
- q.b. di sale
Tritate finemente le mandorle (o le nocciole) e unite con lo zucchero a velo. Nel frattempo montate a neve l’albume d’uovo insieme ad un pizzico di sale, aggiungendo poi unite lo zucchero e il composto di mandorle e zucchero a velo appena creato. Una volta amalgamato il tutto, mettete il composto con un cucchiaio su una teglia foderata di carta forno. Sono brutti ma buoni, non serve seguire una forma ben precisa! L’importante è che i biscotti siano tutti della stessa dimensione, così da non avere problemi in cottura. Nel forno caldo, far cuocere i biscotti per circa 40 minuti a 130 gradi.
Il risultato ottimale è un biscotto asciutto ma non molle, considerando anche che una volta raffreddato si indurirà un po’. I brutti ma buoni vanno serviti freddi e, una volta cotti, si conservano 7-8 giorni purché chiusi in una scatola di latte o una biscottiera. Non si tratta di un dolce particolarmente dannoso per la linea: circa 40 calorie a biscotto, con un buon contenuto di grassi ‘buoni’ e di proteine.
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