Mirko Ronzoni ha superato tutti i concorrenti della seconda edizione di Hell’s Kitchen Italia, aggiudicandosi il titolo e il lavoro di Chef Executive in un resort di lusso per un anno. Ora torna in tv proprio nel programma che l’aveva visto trionfare nel 2015: è il Sous Chef di Carlo Cracco in Hell’s Kitchen 3. In un anno ne sono successe tante e VelvetBody se n’è fatta raccontare qualcuna, come ad esempio la passione viscerale per i risotti…
Ad un anno dalla vittoria di Hell’s Kitchen, un piccolo bilancio: in cosa sei cresciuto di più, in cosa ti sentivi già forte?
Sono cresciuto sicuramente nella mia capacità di scegliere. Valuto con molta più attenzione le offerte che mi vengono fatte, ho una visione più matura del concetto di business ristorativo e quindi so prendere le decisioni in modo più adeguato. Ho sempre avuto una propensione al contatto e alle relazioni però ora più che mai ho affinato la mia capacita di discernere tra proposte buone e proposte cattive.
Piatto preferito da mangiare e piatto preferito da cucinare?
Per il piatto preferito da mangiare, dipende chiaramente dalla stagione e da dove mi trovo. So che può sembrare anomalo, ma al mare adoro mangiare un piatto di burrata con pomodorini e origano, in montagna impazzisco per della polenta (della mia terra) e formaggio filante, ma nella vita di tutti giorni un panino croccante magari di semola di grano duro, con insalata, due fette di pomodoro, un velo di maionese alla senape (rigorosamente artigianale) e del tacchino arrosto… la morte sua.
Per quanto riguarda l’aspetto operativo/culinario, amo preparare i risotti: dietro a quel chicco c’è un rito incredibile, la tostatura, la dolce cottura, la mantecatura… mi viene la pelle d’oca.
Cosa non sopporti che avvenga in una brigata?
La mancanza di rispetto, la brigata ha un’impostazione quasi militare a volte, deve essere un organismo organizzato dove al suo interno ognuno ha i propri compiti. Quindi il rispetto è imprescindibile.
Una domanda che ci piace fare: qual è la tua definizione di ‘alimentazione sana’?
Per me un’alimentazione sana è un’alimentazione equilibrata, senza estremismi e fissazioni, bilanciando i vari principi nutritivi ma soprattutto rispettando i pasti della giornata, scandendoli a dovere sia nelle quantità che negli orari.
A Bergamo ho creato un take away green (Goodfood veg), dove cucino solo prodotti biologici a chilometro quasi zero e rigorosamente stagionali, altro punto fondamentale di una dieta equilibrata.
Da martedì 4 ottobre ti vedremo al fianco di Carlo Cracco: cosa ci puoi dire in merito a quest’esperienza?
È stata straordinaria, quando Carlo mi ha chiesto di partecipare come suo braccio destro mi sono sentito al settimo cielo, è stato un gesto di rispetto e di riconferma del percorso che ho concluso l’anno scorso. L’euforia mista a curiosità ha preso il sopravvento. Vi dico solo che ci saranno delle belle chicche e che in questa veste mi ci sono ritrovato parecchio, proprio perché da quell’inferno ci sono passato pure io…
Photo credits Federico Buscarino / Facebook