Era anziano e i familiari non avevano tempo per prendersi cura di lui. Per questo è morto da solo in un ospizio. Un’infermiera ha trovato una sua poesia e l’ha diffusa, facendola diventare subito virale.
La frenesia della vita, divisa tra casa-lavoro-famiglia, rischia di far dimenticare le proprie origini: ecco perché alcuni anziani vengono messi in un ospizio e muoiono lì da soli, senza che figli e nipoti dedichino loro un po’ di tempo. È successo proprio questo a Mak Filiser, un uomo australiano che dopo aver dato tanto si è ritrovato a non ricevere nulla. I giorni trascorsi nella casa di cura nella quale si è spento non sono stati allietati da alcuna visita: erano tutti troppo impegnati, non c’era tempo, non c’era modo.
Dopo la sua scomparsa, un’infermiera dell’ospizio ha fatto una scoperta incredibile: l’anziano signore aveva scritto una poesia nella quale raccontava la propria vita ed esprimeva tutti i suoi sentimenti. Non c’era risentimento nelle sue parole, più che altro solitudine e rammarico per l’affetto che avrebbe voluto ricevere e che invece non ha ricevuto affatto.
La donna è rimasta talmente colpita da quegli scritti da prenderla, portarla ai principali editori del Paese e impegnarsi affinché fosse pubblicata su più di una rivista. L’obiettivo è stato centrato e “Il vecchio scorbutico” è diventato uno dei componimenti più letti del web. Ecco la parole di quello che ricorda il protagonista di “Up”, commovente capolavoro Disney:
“Che cosa vedi infermiere? Cosa vedi?
A cosa stai pensando quando mi guardi?
Vedi un uomo vecchio, irritabile, non molto saggio,
dalle abitudini incerte, con gli occhi lontani?
Che dribbla con il cibo e non da alcuna risposta.
E che quando provi a dirgli a voce alta: ‘Almeno assaggia!’
Sembra nulla gli importi di quello che fai per lui.
Uno che perde sempre il calzino o la scarpa,
che ti resiste, non permettendoti di occuparti di lui
per fargli il bagno, per alimentarlo… e la giornata diviene lunga.
Ma cosa stai pensando?.. E cosa vedi?
Apri gli occhi infermiera! Perchè tu non sembri davvero interessata a me.
Ora ti dirò chi sono, mentre me ne sto ancora seduto qui a ricevere le tue attenzioni lasciandomi imboccare per compiacerti.
Ho accettato l’offerta di nascere e ho mangiato secondo il loro piacimento.
Io sono un piccolo bambino di dieci anni con un padre ed una madre, fratelli e sorelle che si voglion bene…
Sono un ragazzo di sedici anni con le ali ai piedi
che sogna presto di incontrare l’amore…
A vent’anni sono già sposo, il mio cuore batte forte
giurando di mantener fede alle sue promesse…
A venticinque ho già un figlio mio
che ha bisogno di me e di un tetto sicuro, di una casa felice in cui crescere.
Sono già un uomo di trent’anni e mio figlio è cresciuto velocemente, siamo molto legati uno all’altro da un sentimento che dovrebbe durare nel tempo.
Ho poco più di quarant’anni, mio figlio ora è un adulto e se ne và, ma la mia donna mi stà accanto… per consolarmi affinchè io non pianga.
A poco più di cinquant’anni i bambini mi giocano attorno alle ginocchia.
Ancora una volta abbiamo con noi dei bambini, io e la mia amata..
Ma arrivano presto giorni bui… mia moglie muore…
guardando al futuro rabbrividisco con terrore.
Abbiamo allevato i nostri figli e poi loro ne hanno allevati dei propri.
E così penso agli anni vissuti, all’amore che ho conosciuto.
Ora sono un uomo vecchio e la natura è crudele.
Si tratta di affrontare la vecchiaia con lo sguardo di un pazzo.
Il corpo lentamente si sbriciola, grazia e vigore mi abbandonano. Ora c’è una pietra dove una volta ospitavo un cuore.
Ma all’interno di questa vecchia carcassa un giovane uomo vive ancora e così di nuovo il mio cuore martoriato si gonfia.
Mi ricordo le gioie… ricordo il dolore.
Io vorrei amare, amare e vivere ancora
ma gli anni che restano son pochissimi… tutto è scivolato via veloce. E devo accettare il fatto che niente può durare”.
Quindi aprite gli occhi gente, apriteli e guardate:
”Non un uomo vecchio”… Avvicinatevi meglio e… vedete ME!”
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