La notizia sulla sperimentazione di un vaccino anti-cancro ha fatto ben sperare ma ovviamente lo scetticismo è tanto. Per capirne di più sono stati interpellati i più celebri nomi in ambito oncologico, tra cui il professor Umberto Veronesi.
Potrebbe arrivare un vaccino contro il cancro? La rivista Nature ha stupito il mondo pubblicando un articolo che spiega la concreta fattibilità di questa possibilità. Mentre le sperimentazioni proseguono – con successo – gli esperti del settore sono stati immediatamente interpellati per capire se la direzione intrapresa potrebbe davvero segnare una svolta decisiva nella lotta al cancro. In molti si sono dimostrati scettici, dubitando della reale efficacia del vaccino, chiedendosi come potrebbe funzionare il vaccino e in che modo si potrebbe diminuire la mortalità del male del secolo. I fattori da mettere sul piatto della bilancia, com’è comprensbile, sono moltissimi e tutti di vitale importanza nel vero senso della parola.
Il professor Umberto Veronesi (LEGGI ANCHE: UMBERTO VERONESI CONTRO LA CATTIVA ALIMENTAZIONE: ALLARME VERSO FRUTTA, PESCE E MERENDINE) si è dimostrato di tutt’altro avviso, aprendosi alla possibilità che effettivamente vaccino potrebbe rappresentare una soluzione efficace e dando fiducia a tutto il lavoro che c’è stato (e continua tutt’ora) dietro al vaccino: “Dietro questo annuncio ci sono molti anni di ricerca scientifica. Il sistema immunitario umano è sempre stato oggetto dell’attenzione degli oncologi per la sua reazione anomala ai tumori […] il sistema non riconosce le cellule tumorali come estranee e di conseguenza non si attiva per eliminarle o impedirne la diffusione, come fa ad esempio con i virus”, ha dichiarato il fondatore dell’Istituto Europeo di Oncologia (Ieo).
Veronesi ha continuato a spiegare la propria posizione, mostrandosi ‘possibilista’: “Che questo sia l’inizio di un filone che porterà grandi progressi è fuori di dubbio. Tuttavia affermare che abbiamo un vaccino anticancro mi sembra azzardato. Detto questo, non siamo di fronte a un’ipotesi improbabile. È uno studio importante e serio, con basi scientifiche rigorose“. La fase di sperimentazione clinica durerà almeno 5 anni, quindi il tempo potrà senza dubbio guidare le opinioni da una parte o dall’altra. L’aspetto che bisognerà verificare è soprattutto uno: dopo una possibile regressione iniziale, il tumore si ripresenta oppure no?
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