Giovanni è stato un bambino sfortunato: un incidente l’ha costretto a visite, terapie e continui ricoveri. Ora, dopo 4 anni di sofferenze, è morto. Il suo ultimo pensiero è stato pura generosità: donare i propri risparmi all’ospedale affinché possa salvare gli altri piccoli malati.
La storia del piccolo Giovanni è cominciata nel 2012, quando a soli 3 anni è caduto nel vano scala della sua abitazione di Ispica, in Sicilia, nella provincia di Ragusa. L’altezza era di circa 6 metri e gli ha causato una decompressione della massa ematica, ossia una variazione anomala della velocità di circolazione del sangue. Questa condizione ha compromesso notevolmente la qualità della sua giovane vita, costringendolo a continue terapie, controlli e ricoveri. Il calvario è andato avanti per 4 anni, sempre insieme a mamma Valeria e a papà Salvatore (LEGGI ANCHE: GENITORI E FIGLI: I 5 RIMPROVERI DA NON FARE MAI AL BAMBINO). La vicenda purtroppo non ha un lieto fine, visto che il bambino si è spento a soli 7 anni dopo l’ultimo ricovero presso la divisione di Pediatria ‘Maggiore’ di Modica.
Giovanni però ha lasciato un ricordo del suo grande cuore prima di morire. L’ultimo desiderio espresso alla madre è stato infatti quello di regalare tutti i suoi risparmi a quell’ospedale che l’aveva accudito con un amore e una dedizione così grandi, affinché li usassero per salvare gli altri bimbi malati. I genitori del piccolo si sono ovviamente prodigati per realizzare tale volontà: “Mio figlio, pur così piccolo e nella sofferenza che ha patito, ci ha dato emozioni uniche e irripetibili; oltre a una bella lezione di bontà e altruismo. Devo dire che nella divisione di pediatria lo hanno curato tutti, medici e infermieri, con un affetto non comune”, ha spiegato mamma Valeria.
Per questo motivo la coppia si è presentata dal primario Ferdinando Zocco spiegandogli quale fosse l’intenzione del figlio. La cifra si aggira intorno ai 1000 euro e, pur non essendo un capitale milionario, contribuirà all’acquisto di un oscillometro, ovvero uno strumento utilizzato per effettuare alcune misurazioni specifiche delle pareti arteriose di un arto. Più che il macchinario in sé, ovviamente, è stato il gesto a commuovere tutti. Oltre a quelli del professor Zucco e del personale dell’ospedale, non sono tardati ad arrivare anche i complimenti del ministro Lorenzin e del vescovo di Noto, Antonio Staglianò. Un dono gratuito, tipico dei bambini e della loro invidiabile innocenza.
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