Il mese di nascita è legato alle malattie cui si può essere soggetti nel corso della vita. Non c’è un astrologo alla base di questa teoria bensì gli scienziati della Columbia University. La schiera dei dubbiosi è molto folta, eppure loro hanno disegnato una vera e propria mappa…
Chi non crede agli oroscopi rimarrà scettico, eppure la Columbia University è sicura di una cosa: il mese di nascita influenza notevolmente le malattie alle quali ci si potrebbe esporre durante il corso della propria vita. I risultati di questo studio sono stati pubblicati sul Journal of American Medical Informatics Association e riportano una vera e propria mappa. Ogni individuo deve semplicemente prendere in considerazione il mese del proprio compleanno e ricordare da quali patologie bisognerà guardarsi le spalle.
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Alla base di queste considerazioni ci sono diversi dati, presi dalle cartelle cliniche di oltre 1 milione e 700 mila pazienti nati tra il 1900 e il 2000. Non è la prima volta che si ipotizza un legame biologico-molecolare tra il mese di nascita e le malattie, eppure questo studio ha posto dei paletti più precisi confermando 39 collegamenti precedentemente riportati nella letteratura medica e scoprendo 16 nuove associazioni. Il rischio di incorrere in malattie cardiache è particolarmente alto per i nati nel tardo inverno e all’inizio della primavera (quindi soprattutto marzo-aprile) mentre i nati a novembre sono i più soggetti all’ADHD, (disturbo da Deficit di Attenzione o Iperattività), solo per fare qualche esempio.
Che è nato in estate o in autunno, soprattutto da luglio a ottobre, deve fare attenzione all’asma, mentre i mesi invernali sono collegati alle malattie neurologiche. È stato persino conferito il titolo di ‘mese più sano’ e quello di ‘mese maggiormente a rischio’: lo scettro è andato a maggio, mentre le orecchie d’asino spettano a novembre. Nicholas Tatonetti, uno dei ricercatori, ha comunque precisato che dieta e attività fisica restano i due fattori che influenzano di più le patologie dalle quali si può essere colpiti. Al tempo stesso, però è dispiaciuto per lo scetticismo col quale viene accolto il suo lavoro: “Ogni volta che lo presento, devo tener conto del tempo che il mio pubblico spende nelle risate”. Della serie, ‘Non è vero ma ci credo’…
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