Assorbenti intimi e tamponi sono i prodotti per la cura della persona più venduti in assoluto. Tutte le donne devono ricorrervi in ‘un periodo’ del mese ma la loro sicurezza è stata messa in discussione dall’analisi di alcuni prodotti: sono state trovate tracce di sostanze tossiche.
Ogni donna che abbia il suo regolare ciclo mestruale deve ricorrere ad assorbenti intimi o tamponi. In base alle proprie preferenze e all’abbondanza del proprio flusso si può optare per un prodotto piuttosto che per un altro, ma il parametro minimo al quale nessuna donna deve essere disposta a rinunciare è ovviamente la sicurezza. La rivista francese 60 Millions de Consommateurs ha appena pubblicato un rapporto piuttosto allarmante proprio su questo argomento. I risultati di alcuni indagini hanno infatti confermato ciò che l’associazione per i consumatori già sospettava da tempo: molti prodotti intimi contengono delle sostanze tossiche.
I primi in ordine di tempo a pagarne le conseguenze sono stati i prodotti bio della Organyc (appartenente all’azienda italiana Corman Spa): lo scorso 24 febbraio l’azienda ha deciso di ritirare dai supermercati circa 3100 confezioni di salvaslip a causa della presenza di residui di glifosato (un diserbante utilizzato in alcune colture, che non dovrebbero esserci viste le coltivazioni biologiche della Organyc). Per la precisione si tratta del lotto 20159723 ma tutte le confezioni contaminate sono state distribuite tra la Francia e il Canada, senza arrivare in Italia. L’azienda ha voluto precisare la ragione della propria decisione: adottare un comportamento responsabile che salvaguardi la salute delle consumatrici. La causa del problema, tuttavia, non permette alle donne italiane di rilassarsi: facendo un discorso che vuole abbracciare l’intero settore in generale, la contaminazione provocata dall’utilizzo del glifosato nelle coltivazioni del cotone potrebbe causare danni peggiori di un semplice lotto da buttare.
Non possono tirare alcun sospiro di sollievo nemmeno altre importanti aziende del settore quali OB, Tampax e Nett. In Francia sono stai analizzati alcuni campioni e in tutti e tre i casi sono state trovate delle sostanze potenzialmente tossiche (tracce di diossina negli assorbenti OB e Nett, residui di alogenati nei Tampax). L’associazione francese ha commentato in modo chiaro e conciso: “Anche se i livelli sono bassi non possiamo comunque garantire un rischio zero, soprattutto in assenza di studi sull’assorbimento di ogni sostanza all’interno della vagina”. Sicuramente l’input lanciato da 60 Millions de Consommateurs non può cadere nel vuoto: alcune campagne contro il glifosato dimostrano che questa sostanza ‘potrebbe’ essere cancerogena e certamente un condizionale non può bastare per tranquillizzare milioni di consumatrici.
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