Il mal di testa cronico affligge più di 8 milioni di italiani. Il primo vaccino è una scoperta made in Italy e promette una risoluzione nel 62 per cento dei casi. Al San Raffaele di Roma stanno concludendo la fase di sperimentazione.
Il mal di testa è un male sopportabile, soprattutto se colpisce una volta ogni tanto. Per oltre 8 milioni di italiani, tuttavia, il problema è molto più grave. Si aggira su questa cifra, infatti, il numero dei malati di emicrania cronica, tra i quali 3 milioni affetti addirittura da cefalea (oltre al mal di testa presentano anche altri sintomi quali fotosensibilità, vomito e vertigini). Se il farmaco che faceva passare il mal di testa per periodi pari anche a 6 mesi era già una notizia incoraggiante, quella del vaccino potrebbe apparire addirittura rivoluzionaria.
I ricercatori italiani dell’Ospedale San Raffaele di Roma hanno infatti creato un anticorpo intelligente in grado di neutralizzare il CGRP (Calcitonin Gene Related Peptide), una sostanza che, se prodotta in eccesso dal corpo, causa appunto il mal di testa. Al laboratorio del San Raffaele hanno creato questo anticorpo che, iniettato sottocute una volta al mese per 9 mesi consecutivi, permette di raggiungere risultati incredibili: la sperimentazione mostra una risposta del 74 per cento e una riduzione significativa nel 62 per cento dei casi dopo appena 3 somministrazioni.
Si tratta della prima volta in assoluto che il mal di testa viene trattato con un vaccino. In precedenza l’approccio era stato fatto unicamente attraverso i medicinali ma questi potevano causare sonnolenza, apatia o anche l’aumento di peso. Al momento il team romano è al primo posto in Italia e tra i primi nel mondo e si spera che la fase di sperimentazione possa ampliarsi nella seconda metà del 2016. La collaborazione tra medico e paziente deve essere massima: bisogna monitorare attentamente sia gli attacchi che gli effetti del vaccino, valutando eventuali controindicazioni quali stress, depressione o ansia. Al momento i risultati hanno superato le aspettative e la speranza è proprio che il vaccino sia disponibile per tutti al più presto: la sua tollerabilità è elevatissima e la guarigione potrebbe essere possibile in soli 9 mesi.
Foto: Facebook