I dati avevano delineato un trend in ascesa: il numero degli italiani ad ammalarsi era destinati a raggiungere i 2 milioni nel giro di poche settimane e così è stato. Le rilevazioni di inizio febbraio (1-7) hanno dimostrato che gli oltre 331.000 individui finiti a letto rappresentano il picco stagionale e spingono il numero degli influenzati verso il traguardo previsto. Il Centro Nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute ha raccolto diversi dati attraverso il database on-line Influnet, i quali permettono di delineare il particolare momento in tutte le sue sfaccettature.
Le regioni più colpite dall’influenza sono le Marche e la Campania, mentre alcune regioni sono state afflitte solamente in minima parte: gli abitanti di Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Puglia, Sicilia e Calabria possono ritenersi fortunati perché sono letteralmente scampati ai malanni di stagione. La fascia più colpita, in linea generale, è quella dei bambini al di sotto dei 4 anni (l’incidenza è del 10,82 per cento). Va meglio ai ragazzi un po’ più grandi, visto che il numero diminuisce con il crescere dell’età. Allerta sempre vigile per gli over 65, che insieme ai minori di 2 anni e alle donne incinte costituiscono sempre le categorie più a rischio (ma le donne, dice la scienza, si ammalano di meno).
Lo stesso discorso vale per tutti coloro che sono costretti a frequentare assiduamente gli ospedali a causa di patologie croniche o recidive, oppure quelli che vivono a ridosso di comunità quali scuole, case di cura, ospedali e caserme: per loro l’incidenza potrebbe impennarsi ancora di più. I consigli per scampare all’influenza stagionale restano i soliti: lavarsi le mani con frequenza, coprirsi naso e bocca quando si starnutisce, evitare i luoghi affollati e non recarsi al lavoro appena si notano i primi sintomi. In molti sottovalutano quest’ultimo punto, eppure è proprio tale condotta a diffondere maggiormente il virus. Meglio restare a casa, riposarsi e aspettare di essere guariti (evitando così contagi e ricadute).
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