Il caos del traffico cittadino accorcia la vita e aumenta il rischio di ictus

Vivere in città dove regna il caos automobilistico accorcia la vita perché i rumori del traffico possono aumentare il rischio di ictus. A rivelarlo è una ricerca della London School of Hygiene & Tropical Medicine in partnership con l’Imperial College e il King’s College di Londra, ma la preoccupazione per i risultati di questa ricerca sono inevitabilmente condivisi da tutti coloro che abitano nelle metropoli italiane, costrette a fare i conti con questa piaga ormai da anni. Lo studio ha analizzato gli effetti sull’organismo dell’esposizione a lungo termine al rumore prodotto dal traffico.

I ricercatori britannici, il cui lavoro è stato pubblicato sull’European Heart Journal, hanno analizzato i dati di 8,6 milioni di persone residenti in particolari zone di Londra tra il 2003 e il 2010 ed esaminato i livelli di inquinamento acustico nel corso della giornata (dalle 7 alle 23) e di notte (dalle 23 alle 7). Nei quartieri presi in esame, hanno poi preso nota dei ricoveri ospedalieri per gli adulti (uomini e donne sopra i 25 anni) e per gli anziani (over 75). La percentuale di decessi è stata del 4% più alta nelle aree dove il rumore del traffico stradale superava i 60 decibel. Secondo gli autori di questo studio, questo rischio maggiore nei residenti in aree più caotiche è dovuto ad un aumento della pressione sanguigna, dei disturbi del sonno e dello stress.

Di conseguenza gli adulti che vivono in zone dove il traffico diurno è più rumoroso hanno un 5% in più di probabilità (ma negli anziani si arriva addirittura al 9%) di essere ricoverati in ospedale per un ictus rispetto a coloro che vivono nelle aree più tranquille. La ricerca ha portato a risultati simili a quelli proposti dallo studio svedese di cui avevano parlato tempo fa (leggi l’articolo su Velvet Body), anche se in quel caso si focalizzava l’attenzione sul legame fra l’inquinamento acustico e i chili di troppo. Quel che appare certo, ormai, è che l’inquinamento acustico nuoce gravemente alla salute.

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