Fomo, la patologia dei social network: ansia e disagio corrono in Rete

L’uso eccessivo e compulsivo dei social network può provocare ansia e a questa patologia è stato dato anche un nome: Fomo, Fear of Missing Out, ovvero Paura di perdersi qualcosa. Nell’ultimo anno la definizione di questa malattia è in parte cambiata ed è ancora più accurata, perché gli studi ne hanno approfondito cause ed effetti. Non si tratta solo di un problema di dipendenza, la sensazione di disagio, non sempre latente, che si manifesta nelle persone più legate al mondo virtuale, nasce dall’influenza da ciò che vediamo nei social network. Il disagio può nascere guardando la foto di una persona amica in vacanza o un video su una divertente serata in discoteca a cui non si è partecipato, o ancora esternazioni romantiche di coppie felici.

Razionalmente tutti sanno che si tendono a condividere solo le cose belle, ma l’impatto di questi post o immagini innesca una reazione istintiva che di razionale ha poco e che porta al malessere in questione. Il vero problema è che questa sensazione ora la si prova quotidianamente, anche più volte in un giorno. Sì, perché è sempre più frequente che anche chi sta a una cena con amici o divertendo in compagnia, non riesca a rinunciare a una sbirciatina al proprio cellulare, magari per vedere se qualcuno dei commensali abbia già postato foto della serata. Ecco però che puntualmente spunta l’aggiornamento di un amico che è in vacanza o che fa qualcosa di (più) particolare.

E sembra come se ci si stesse perdendo qualcosa: subentra la paura di essere esclusi. Così la Fomo si diffonde e gli utenti (soprattutto quelli più giovani) sono portati a pubblicare foto e post che esaltano la loro esistenza, così da farla apparire più felice di quella degli altri. Una vera e propria corsa all’immagine più rosea perché oggigiorno quello che conta non è più ciò che si sta vivendo, ma come lo si mostra agli altri sui social. L’unica cosa che si perde veramente è il contatto con la realtà.

Foto by Facebook

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