Chi guarda i film in 3D mette in movimento aree del cervello poco utilizzate, diventa più intelligente e rimane reattivo più a lungo. E’ questo, in buona sostanza, il risultato di un innovativo studio inglese condotto presso il Thrill Laboratory, coordinato dal neuro scienziato Patrick Fagan della Goldsmiths University of London insieme a Brendan Walker, che ha analizzato l’aumento della capacità di elaborazione cognitiva di un gruppo di spettatori che aveva assistito alla proiezione di un film in stereoscopia. Bene, dopo il test nei partecipanti è stato riscontrato un aumento di attività cerebrale del 23 per cento.
A migliorare, a quanto pare, sono stati anche i tempi di reazione (circa l’11 per cento), cinque volte maggiori di chi guarda filmati in due dimensioni e, come se ciò non bastasse, anche l’impegno di chi guarda i film in 3D e maggiore (7 per cento in più di un 2D). “Questi risultati sono più significativi di quanto si pensi – ha detto Fagan al theguardian.com – E’ un fatto accertato che, con l’avanzare dell’età, vi sia un notevole declino della funzione cognitiva del cervello. Il che può deteriorare non poco la qualità della vita“.
Per questo secondo lo scienziato sembra sempre più evidente che i film 3D potrebbero avere un ruolo importante nel rallentare il naturale processo d’invecchiamento del cervello. Risultati, dunque, completamente diversi da quelli della California State University che, in passato, aveva affermato che la visione in stereoscopia non offriva alcun vantaggio allo spettatore, nemmeno sul fronte del coinvolgimento emotivo. Ma come la mettiamo, invece, con tutti coloro che dopo aver visto un film in 3D accusano malditesta? Anche in questo caso, secondo i ricercatori, è tutta questione di allenamento: più pellicole si guardano, meno fastidi si accusano e, allo stesso tempo, si mantiene il cervello giovane. Mica male come terapia, no?
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