Burger King, bibite gassate cancellate dal menù per bambini

Una bella novità per Burger King: nel menù dei bambini non ci saranno più le bibite dolci gassate. Sono state eliminate dalla lista dedicata ai più piccoli. Al momento questa modifica (secondo quanto riporta Adnkronos) è avvenuta solo in America, ma non è escluso che arrivi anche in Italia. “Il cambiamento – ha spiegato al quotidiano Usa Today Alex Macedo, presidente di Burger King North America – è parte del nostro continuo impegno a offrire ai nostri clienti opzioni in linea con le esigenze dettate dagli stili di vita“. I genitori, ovviamente, potranno continuare a dare queste bevande ai propri figli, ma dovranno comprarle a parte. Il problema praticamente non si risolve, ma almeno è un passo avanti. Cambiare abitudini alimentari si può.

Nel Kids Meals Menu in ogni caso non ci saranno più soft drink spillati, ma latte scremato, latte magro al cioccolato e succo di mela al cento per cento. Per il giornale questa mossa risponde alle pressioni dei comitati per la difesa dei consumatori e degli attivisti salutisti. In passato infatti provvedimenti simili sono stati presi anche da Dunkin’ Donuts (che ha eliminato l’agente sbiancante nello zucchero a velo delle ciambelle) e da McDonald’s (niente più polli allevati usando antibiotici). L’American Beverage Association non ha rilasciato dichiarazioni riguardo ad un possibile impatto di questa novità sul fatturato della produzione di bibite. Al contrario il Centre for Science in the Public Interest è molto felice: “La soda – ha detto Margo Wootan, direttore Politiche nutrizionali – è la principale fonte di calorie nella dieta dei bambini“.

Le bevande zuccherate, si sa, contribuiscono infatti all’obesità, un problema molto diffuso in particolar modo Oltreoceano (o almeno prima che Michelle Obama consigliasse a tutti di avere abitudini migliori a tavola): secondo i dati dei Centers for Disease Control and Prevention, tra i ragazzi dai dodici ai diciannove anni la percentuale di “extralarge” è aumentata dal cinque al ventuno per cento, mentre tra i bimbi dai sei agli undici anni dal sette al diciotto per cento.

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