Più intelligenti masticando chewing gum, ma aumenta il mal di testa

Un gesto quasi automatico, quello di masticare chewing gum, fin dai tempi della famosa gomma del ponte. C’è chi la cambia di continuo, chi la tiene per ore in bocca, chi mastica per sciogliere la tensione, chi per abitudine. Ma è una pratica salutare? Ha qualche beneficio? E quali sono le eventuali controindicazioni? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

Da anni in commercio vanno forte le vendite delle confezioni senza zucchero e se la cosa di certo aiuta la linea e la prevenzione delle carie, non si può dire altrettanto per la pancia. I dolcificanti infatti che fermentano nello stomaco producono molto più gas degli zuccheri convenzionali. I gonfiori che ne nascono sono dovuti poi, più in generale, alla grossa immissione di aria che abbiamo quando mastichiamo a lungo qualcosa. Il medesimo procedimento tuttavia apporta anche più ossigeno al cervello e secondo la rivista scientifica Brain and Cognition ciò aumenterebbe le capacità cognitive di un individuo. Sarebbero addirittura otto le aeree del cervello coinvolte nell’attenzione e nelle funzioni esecutive. Per fare un esempio, masticare gomma aumenterebbe la prontezza di riflessi, stimolando il nervo trigemino, responsabile per la vigilanza.

Per quanto riguarda invece la salute della bocca e dei denti, subito dopo aver mangiato, se non si ha a disposizione spazzolino e dentifricio, si può masticare una gomma, non solo per rinfrescare l’alito, ma anche per aumentare la produzione di saliva, che aiuta a difendersi per mezzo delle sostanze antibatteriche contenute in essa. In molti credono che aiuti a perdere peso. In realtà, la stimolazione di succhi gastrici aumenterebbe l’appetito. Inoltre è sconsigliabile a chi soffre di cefalee tensive e semplici emicranie: il movimento mandibolare non fa che accentuare il dolore. Infine, alcune sostanze presenti nelle chewing gum come il sorbitolo, se assorbite in quantitativi eccessivi, possono creare effetti lassativi.

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