In Italia il 12% dei casi di infertilità dipende da sovrappeso o magrezza di uno dei partner. A dirlo è una ricerca dell’ Osservatorio nutrizionale Grana Padano in Italia, che ha analizzato 5 mila adulti e valutato il loro peso, l’altezza, l’indice di massa corporea, l’abitudine al fumo e il tipo di dieta. I dati sono chiari: il peso influisce sulle possibilità di concepire.
INTOLLERANZE ALIMENTARI E INFERTILITA’ SONO STRETTAMENTE LEGATE
Una donna sottopeso ha il 20% in meno di probabilità di rimanere incinta rispetto a una donna normopeso. Viceversa, nelle donne obese o sovrappeso, è più frequente il tasso di aborti. Gli uomini in sovrappeso hanno invece una ridotta qualità del liquido seminale. Sono stati analizzati anche i micronutrienti, come lo zinco, collegati ad una buona quantità e qualità del liquido seminale: negli uomini italiani sono al di sotto della quantità raccomandata (11mg). Nelle donne invece, ad essere insufficiente è la quantità di ferro, con conseguente aumento degli aborti.
Anche la di vitamina D nella donna è importante per avere un tasso alto di successo nella procreazione assistita. Grazie a questa vitamina migliora la qualità dello sperma e migliora il microambiente ovocitario. Anche in questo caso siamo però di fronte ad un’enorme carenza di vitamina D e non solo: anche la B12 che migliora la fertilità nelle donne e ha un effetto preventivo sull’abortività è carente. Le donne maggiormente a rischio sono le vegane o chi consuma in generale poca carne. Cosa consigliano gli esperti? Di mantenere un normale peso corporeo, con un indice di massa grassa tra 20 e 24.9, mangiare molte verdure, alimenti che contengano ferro e zinco, non fumare, bere e non rinunciare a pesce e carne. In questo modo aumenteranno le probabilità di concepire un figlio.
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