Il primo malato di ebola italiano è un medico, contagiato in Sierra Leone dove presta servizio con Emergency presso il centro per malati di ebola di Lakka. L’uomo verrà trasferito stanotte all’istituto Spallanzani di Roma, dove riceverà tutte le cure adeguate, in un ambiente ad alto biocontenimento, predisposto appositamente per l’emergenza in corso. I medici e gli infettivologi dell’ospedale sono pronti a curare il malato e in questi mesi si sono addestrati per fronteggiare eventuali emergenze.
IL CUORE “SPEZZATO” ESISTE DAVVERO
E’ il primo caso di un italiano colpito dal virus e c’è molta preoccupazione, anche se il Ministro della salute Beatrice Lorenzin ha voluto rassicurare la famiglia dicendo che: “Il nostro medico sta bene, non ha avuto febbre o altri sintomi durante la notte, stamattina ha fatto colazione e continua a bere in maniera autonoma, esprimo la mia vicinanza a lui e alla famiglia e assicuro che il governo italiano tutto è al fianco del nostro connazionale“. Tutto il personale di Emergency che opera in Sierra Leone è addestrato e prende le precauzioni necessarie per evitare di infettarsi, ma l’epidemia di ebola è talmente grave che non tutte le misure prese possono bastare.
In Sierra Leone vengono diagnosticati ogni giorno circa 100 nuovi casi di ebola e l’organizzazione mondiale della sanità conta che siano circa 5 mila i malati presenti nel Paese. In Italia il numero verde 1500 per le emergenze sanitarie è attivo per dare risposte sull’ebola e sul suo contagio, servizio attivato appositamente per chiarire i dubbi riguardanti i sintomi e la modalità di infezione, viste i numerosi falsi allarmi avuti negli ultimi mesi. Per quanto riguarda il medico italiano Emergency ha deciso di non dare ulteriori informazioni alla stampa e di rispettare la privacy del malato e della sua famiglia.
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