Per lungo, lunghissimo tempo il vino è stato indicato come un amico della salute e del cuore in particolare. A patto di consumarlo in modo equilibrato, naturalmente. C’è pure un vecchio adagio che esalta queste presunte capacità: “il vino fa buon sangue“. Da qualche anno a questa parte, tuttavia, gli studiosi stanno portando avanti una sorta di crociata per sminuire il “potere” del cosiddetto Nettare degli Dei. Innanzi tutto è stato dimostrato che non fa affatto buon sangue, anzi può addirittura inibire l’assorbimento del ferro. Poi gli esperti hanno sottolineato che non ha effetti benefici sulle donne incinte e anzi è dannoso per il feto poiché contiene una molecola tossica per il cervello. Poi ancora è crollato il caposaldo relativo alla capacità di contrastare l’invecchiamento grazie alla presenza di un antiossidante, il resveratrolo, nel vino rosso: non v’è alcun legame con la durata della vita. Adesso, ecco un’altra notizia e lo sfatamento di un altro luogo comune: il consumo di vino non sempre fa bene al cuore. Il consumo di vino protegge dalle malattie cardiovascolari soltanto nel caso in cui venga abbinato a una regolare attività fisica. Tant’è.
A dirlo è uno studio condotto dal ricercatore Milos Taborsky della Repubblica Ceca coinvolgendo 146 persone con rischio lieve o moderato di malattia cardiovascolare e i risultati sono stati presentati durante il congresso dell’European society of cardiology di Barcellona; ebbene, l’unico risultato positivo del consumo moderato di vino, bianco o rosso, è stato riscontrato solo nei soggetti che svolgono anche attività fisica. E l’attività fisica, di per sé, previene – senza ombra di dubbio – le malattie cardiovascolari. “Il nostro studio – dice ha concluso Taborsky – dimostra che la combinazione di un moderato consumo di vino e lo svolgimento regolare di esercizio fisico migliora i marker dell’aterosclerosi, suggerendo che questa combinazione è protettiva contro le malattie cardiovascolari“.
La conclusione di tutto? Forse è meglio bere vino perché ci piace, senza pensare a quanto bene possa farci. Non protegge, in realtà, da nessuna malattia: così assicura un crescente numero di studiosi. Tuttavia giova all’umore, questo è poco ma sicuro… Purché non si esageri!
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