Crioconservazione degli ovociti, per non rinunciare al desiderio di diventare mamme

Avere figli in età avanzata ormai non desta più scandalo, anzi sono sempre di più le donne che a causa della precarietà economica e lavorativa, frenate dalla carriera o ancora in attesa dell’anima gemella decidono di posticipare l’emozione di diventare mamme. Rimanere incinte superati i 35 anni, però, non sempre è così facile e aspettare può voler dire rinunciare per sempre alla propria fertilità. Una soluzione a questo arriva dalla vitrificazione (o crioconservazione degli ovociti) processo in grado di fermare l’orologio biologico.

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Secondo gli specialisti del centro per la fertilità ProCrea, la crioconservazione degli ovociti viene indicata nei casi in cui le terapie possono compromettere la possibilità di mettere al mondo un figlio, se ad esempio la donna è sottoposta a cure antitumorali o viene interessata da una menopausa precoce. Il congelamento e lo scongelamento degli ovociti permetterebbe di superare anche ogni ostacolo.

Queste tecniche hanno raggiunto un’elevata affidabilità e rappresentano oggi una valida opportunità per le donne che vogliono preservare la loro fertilità – ha spiegato Michael Jemec specialista in medicina della riproduzione e fondatore del centro per la fertilità ProCrea di Lugano – un’opportunità significativa non solamente in vista di terapie che possono mettere a rischio le funzioni riproduttive, ma anche per coloro che scelgono di posticipare il momento di diventare madri“.

La vitrificazione nello specifico consiste nel congelamento ultra rapido degli ovociti che garantisce buone possibilità di fecondazione e concepimento; avviene una stimolazione ormonale nella produzione di ovociti la cui raccolta deve avvenire prima dei 35 anni. Gli esperti sottolineano infatti l’importanza dell’età: “Più è giovane la paziente e più ci sono possibilità di recupero“.

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La quantità degli ovociti dipenderà anche da eventuali patologie o da precedenti interventi all’apparato genitale femminile. Le cellule gametiche potranno rimanere congelate per un massimo di 5 anni. Una volta disgelate verranno fecondate con la tecnica della microinseminazione degli spermatozoi e trasferite nell’utero dopo 2-3 giorni. Un nuovo passo in avanti della medicina per preservare la fertilità in vista di terapie e malattie e non togliere alle donne la speranza di avere un figlio.

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