Più della metà delle donne incinte è vittima del fumo passivo, spesso a causa di un membro della famiglia, in particolare del suo partner. È questo il risultato di un nuovo studio condotto dalla Basque Research, nell’ambito del progetto Inma sullo studio di infanzia e ambiente, in circa 13 centri di ricerca tra Asturie, Guipuzcoa, Sabadell e Valenza.
Secondo la ricerca il 55 per cento delle donne in gravidanza è esposta al fumo passivo già tra le mura della propria abitazione. Causa della superficialità e della poca attenzione del partner e delle altre persone che nel corso della gravidanza circondano la donna? Al di là di quale sia il motivo, resta il fatto che per le donne incinte il fumo può essere una minaccia per la salute del nascituro.
“Il fumo passivo ha un effetto negativo sul feto, aumenta il rischio di aborto spontaneo e colpisce soprattutto lo sviluppo del bambino, che tenderà ad essere più piccolo al momento della nascita e ad avere uno sviluppo cognitivo minore. Inoltre, sebbene il rischio sia molto basso, i neonati potrebbero essere soggetti a morte improvvisa, cancro e malattie respiratorie“, ha detto Juanjo Aurrekoetxea, ricercatore del dipartimento di Upv/Ehu di medicina preventiva e sanità pubblica.
Per fumo passivo si intende l’inalazione involontaria da parte di non fumatori della sostanze provenienti da sigarette, sigari e pipe di altri individui; in questo caso il non fumatore respira il fumo prodotto dalla combustione della sigaretta e questo può causargli danni alla salute simili a quelli provocati dal fumo attivo.
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Negli Stati Uniti ogni anno il fumo passivo causa la morte di circa 60 mila persone. In Italia la mortalità per fumo passivo raggiunge circa 2.800 morti l’anno. Ecco perché se i fumatori non hanno intenzione di smettere di fumare, dovrebbero almeno allontanarsi quando si accendono una sigaretta ed evitare di fumarla se accanto a loro ci sono bambini o donne incinte. Inoltre, secondo l’Unitab (Unità di tabaccologia presso la sezione di igiene del dipartimento di scienze di sanità pubblica dell’università La Sapienza di Roma), una donna che non ha mai fumato ha il 24% di rischio in più, di sviluppare un cancro del polmone, se vive con un fumatore.
L’indagine della Basque Research ha coinvolto un campione di 1.783 donne delle quali i ricercatori hanno analizzato dei campioni di urina raccolti durante il check-up medico nel terzo trimestre di gravidanza. I livelli di cotinina, biomarcatore del consumo di tabacco, nelle urine delle partecipanti hanno rivelato che la casa è la principale fonte di esposizione. Il risultato dello studio è stato pubblicato sulla rivista Science del Total Environment.
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