Perché il mio bambino non vuole mangiare? Questa è forse la domanda più frequente che i genitori fanno ai pediatri. La maggior parte dei bambini sono avversi ad alcuni tipi di alimenti, in genere frutta e verdura, ma questo comportamento se accentuato può avere delle gravi conseguenze: obesità, disfunzioni, gravi disturbi del comportamento alimentare come ad esempio l’anoressia. Ma come combattere la selettività naturale insita nei bambini e la loro neofobia, ossia la paura di assaggiare cibi nuovi?
A tranquillizzare ed informare i genitori ci pensano i medici dell’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù, promuovendo un incontro dedicato alle famiglie di bambini con difficoltà nell’alimentazione dal titolo: “Mio figlio non mangia, cosa posso fare?”. Gli esperti hanno così presentato un vero e proprio decalogo di consigli pratici. Dieci punti fondamentali che ogni genitore dovrebbe tenere a mente, appuntare in agenda, attaccare al frigorifero per poterli avere sempre davanti ai propri occhi.
Ecco il decalogo per convincere i bambini a mangiare, e soprattutto, a mangiare tutto:
1. La famiglia deve cercare di avere lo stesso tipo di alimentazione: se il bambino è influenzato nella scelta degli alimenti, tende a mangiare per imitazione. In questo ambito la famiglia ricopre un ruolo fondamentale.
2. Mai arrendersi al primo no: gli alimenti devono essere riproposti al bambino più volte. Il consumo ripetuto di un alimento aumenta la familiarità del bambino con esso e il gusto per l’alimento stesso. È importante non presentare lo stesso piatto in maniera continuativa, ma farlo a distanza di tempo per non generare noia. Sul tavolo devono essere sempre proposti tutti gli alimenti, anche quelli che non piacciono al bambino, cucinati in maniera diversa.
3. Riproporre sì, costringere no: gli adulti non devono costringere il bambino ad assaggiare un alimento con forza. L’assaggio forzato può essere controproducente e accrescere l’avversione del piccolo. Importante anche proporre un premio a seguito dell’azione (ad esempio: se mangi tutto ti do il gelato) non porta il bambino a consumare volontariamente il cibo, piuttosto a sovralimentarsi solo per ottenere il premio.
4. Rispetto dell’orario: mangiare in un momento ben preciso della giornata è fondamentale per i bambini. Sarebbe opportuno che tutta la famiglia mangiasse alla stessa ora e alla stessa tavola.
5. Mentre si mangia non si gioca e non si guarda la tv: il pasto è un momento importante e non sono concesse distrazioni. Bisogna dare al bambino l’abitudine che mentre si mangia non si accende la televisione e non si sta con i giochi sul tavolo. Bisogna lasciarlo libero di sperimentare e conoscere gli alimenti presenti sulla tavola.
6. Organizzare un percorso di familiarizzazione col cibo: il rifiuto di alcuni alimenti si accompagna spesso al rifiuto ad assaggiare; per portare i bambini e i ragazzi ad assaggiare a provare il sapore di un cibo (problema che spesso i bambini si portano avanti fino all’età adulta), è necessario stimolarne la curiosità attraverso i sensi: dalla conoscenza alla sperimentazione.
7. Fare la spesa con mamma e papà: è importante portare il bambino a fare la spesa. Mamma e papà possono lasciarsi aiutare dal proprio figlio nella scelta degli alimenti da acquistare. Rendere partecipe il bambino nel momento della spesa lo farà sentire padrone delle proprie scelte.
8. Piccoli chef in cucina: è fondamentale anche coinvolgere il bambino mentre si cucina. Il bambino deve poter prendere confidenza con ciò che ha scelto al supermercato attraverso i 5 sensi in un percorso di amicizia con il nuovo, per combattere la neofobia: lavare, sbucciare, tagliare e inventare ricette insieme ai genitori per essere invogliato a gustare le proprie creazioni.
9. Assaggiare insieme: dopo aver preparato insieme il piatto, mangiare qualcosa che il bambino ha visto nascere e che ha conosciuto in tutte le fasi di preparazione, può rassicurarlo e fargli vincere la neofobia. Se ciò non accade, non bisogna forzarlo, ma riproporglielo tra un po’ di tempo, in modalità diverse.
10. La cucina diventa una festa: per far divertire il bambino anche a tavola fargli un cappellino da chef e rendere partecipe il bambino. Il tempo giocherà a favore di tutta la famiglia.
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