Negli ultimi anni è esplosa anche in Italia la sushi-mania: in tutte le città sono spuntati ristoranti giapponesi che propongono le formule all-you-can-eat, con un prezzo fisso e un menù praticamente illimitato, per invogliare i clienti a consumare ed effettivamente un numero sempre maggiore di persone si è avvicinato alla cucina giapponese per arricchire la propria dieta con gli omega-3 contenuti nel pesce, la portata principale oltre al riso e alle verdure. Ma mangiare sushi è sano?
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Esistono tantissime varietà di sushi, quindi il valore nutrizionale di questo piatto può variare. In generale, il pesce fornisce una fonte magra di proteine di alta qualità ed è a basso contenuto calorico, di grassi saturi e colesterolo, il che lo rende una scelta alimentare sana per il cuore. Il salmone è particolarmente ad alto contenuto di omega-3, che sono collegati a un miglioramento dei livelli di colesterolo, a un abbassamento della pressione sanguigna e alla diminuzione del rischio di anomalie cardiache. Anche lo sgombro, la trota di lago, le aringhe e il tonno contengono gli omega-3. I sottili fogli di alga nori che vengono appiattiti, tagliati e avvolti intorno ai maki contengono minerali come lo iodio, essenziale per il corretto funzionamento della tiroide e per evitare squilibri ormonali. Inoltre contengono anche magnesio, calcio, ferro, fitonutrienti antiossidanti e acido folico.
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Siccome gli ingredienti del sushi vengono “arrotolati” in piccole porzioni, è facile pensare si sta mangiando una piccola quantità di calorie e grassi: una porzione di tonno semplice può contenere meno di 200 calorie, ma aggiungere condimenti come la maionese o la crema di formaggio spalmabile fa lievitare il contenuto di grassi e calorie. Mangiare una tempura di gamberi, per esempio, vale oltre 500 calorie e ben 20 grammi di grassi. Sia la salsa di soia che il wasabi sono condimenti a basso contenuto calorico, ma la salsa di soia può far lievitare i livelli di sodio.
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Mangiare pesce crudo, poi, può esporre a batteri, virus e parassiti ma i cuochi sicuri e affidabili utilizzano solo pesce che è stato congelato: l’azione del freddo colpisce i parassiti, rendendo il pesce più sicuro da consumare. La surgelazione però non ucciderà i batteri – fermerà o rallenterà la loro crescita fino a quando la temperatura si riscalderà di nuovo. Un altro pericolo arriva dalla neurotossina del mercurio che potrebbe inquinare i mari, i fiumi e i laghi. I grandi pesci predatori come il tonno e il pesce spada fanno registrare i più alti di mercurio e le donne in gravidanza farebbero bene a ridurre al minimo il loro consumo di questi pesci.
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