I giovani hanno abitudini alimentari peggiori degli adulti? Niente di più falso: secondo i dati dell’Osservatorio Nestlé – Fondazione ADI, presentati in occasione del XV Corso Nazionale ADI (Associazione di Dietetica e Nutrizione clinica) a Lecce, il 66% dei giovani italiani tra i 16 e i 34 anni risulta essere normopeso, in confronto al 44,6% della fascia d’età tra i 45 e i 65 anni.
“Abbiamo l’impressione che le tante iniziative di sensibilizzazione finalizzate ai corretti stili di vita comincino ad avere qualche successo. Purtroppo le buone abitudini sembrano limitate alla fascia più giovane e non coinvolgere proprio le persone più a rischio, in relazione all’età, di malattie metaboliche e patologia cardiovascolare. I giovani cominciano a dare il buon esempio; abbiamo la speranza che questo trend possa in tempi brevi coinvolgere anche i meno giovani”, ha spiegato Giuseppe Fatati, presidente della Fondazione ADI e coordinatore scientifico dello studio.
La ricerca evidenzia alcuni aspetti positivi: il 54 % degli intervistati sono risultati normopeso, anche se resta ancora alta la percentuale dei sovrappeso (30%); cala invece il numero degli obesi (13% rispetto al 16% del 2010). Diminuiscono anche gli italiani che fanno vita sedentaria (31% rispetto al 35% dello scorso anno), mentre il 35% cerca di tenersi in forma facendo lunghe passeggiate oppure spostandosi a piedi.
Resistono però alcune cattive abitudini: la ricerca evidenzia un lieve aumento di coloro che saltano i pasti (29%), soprattutto nelle persone obese che ammettono di farlo più volte durante la settimana (23%). A dispetto delle buone norme alimentari, aumenta il numero di coloro che fanno una colazione veloce: tra questi la maggioranza sono in sovrappeso o obesi mentre per le persone normopeso la percentuale rimane più bassa, nonostante più del 70% di questi dedica ancora poco tempo alla colazione (meno di 15 minuti). Allo stesso modo, la maggior parte degli italiani preferisce mangiare poco anche a pranzo (il 44% consuma solo un primo e il 32% solo un secondo); a cena invece la pasta è preferita solo dal 16%, mentre uno su due mangia un secondo.
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