La malattia di Von Hippel-Lindau (VHL) è una sindrome genetica rara che presenta sfide significative per chi ne è affetto. Questa condizione è caratterizzata dallo sviluppo di tumori benigni e maligni in vari organi vitali, creando una situazione complessa per i pazienti e le loro famiglie. Recentemente, una nuova speranza è emersa con l’approvazione condizionata di belzutifan, il primo inibitore orale del fattore 2 alfa inducibile dall’ipossia (HIF-2α) prodotto da MSD. Questa approvazione si applica a pazienti adulti con VHL che necessitano di terapia per carcinoma a cellule renali (RCC), emangioblastomi del sistema nervoso centrale e tumori neuroendocrini del pancreas (pNET), nonché per coloro con carcinoma renale avanzato a cellule chiare che hanno già ricevuto due o più linee di terapia.
L’efficacia di belzutifan è stata convalidata attraverso due studi clinici cruciali. Nel dettaglio:
Studio Litespark-004: Coinvolge 61 pazienti con carcinoma a cellule renali associato a VHL, mostrando che il 49% dei partecipanti ha avuto una risposta positiva al trattamento, con effetti duraturi fino a 22 mesi.
Studio Litespark-005: Ha esaminato 746 pazienti con carcinoma renale avanzato, dimostrando una riduzione del rischio di progressione o morte del 25% rispetto al trattamento tradizionale con everolimus.
Questi risultati offrono una nuova prospettiva terapeutica per i pazienti affetti da tumori rari.
La malattia di Von Hippel-Lindau è una sindrome ereditaria complessa che può portare a gravi complicazioni, come tetraplegie e cecità, se non trattata adeguatamente. Presso l’Istituto Oncologico Veneto (IOV) di Padova e l’Ospedale San Raffaele di Milano, sono attivi programmi specifici per assistere i pazienti colpiti da questa malattia. Alfonso Massimiliano Ferrara, endocrinologo dell’Istituto Oncologico Veneto, sottolinea che dal 2003 sono stati seguiti oltre 331 pazienti di 178 famiglie, evidenziando l’importanza dell’approvazione di belzutifan: “Questa terapia offre un’alternativa efficace quando la chirurgia non è praticabile, riducendo la necessità di numerosi interventi chirurgici.”
Tra i tumori più comuni associati alla sindrome di VHL si trovano:
Emangioblastoma: Un tumore benigno del sistema nervoso centrale che, sebbene benigno, può causare complicazioni gravi a causa della sua posizione.
Angiomi retinici: Possono portare a cecità se non trattati tempestivamente.
Carcinoma a cellule renali e tumori neuroendocrini del pancreas: Sviluppabili negli organi viscerali come rene e pancreas.
Tradizionalmente, il trattamento della malattia di VHL è stato principalmente chirurgico, con pazienti che spesso devono affrontare un numero elevato di interventi, mediamente tra 6 e 8. “Con l’approvazione di belzutifan, ci aspettiamo una significativa modifica della pratica clinica nei vari Paesi, inclusa l’Italia,” afferma Ferrara, sottolineando l’importanza di avere a disposizione una terapia sistemica efficace.
L’approvazione di belzutifan rappresenta una svolta anche per la cura dei tumori renali ereditari, migliorando la qualità della vita dei pazienti e riducendo il carico di interventi chirurgici complessi.
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