Anche nei film, abbiamo sempre visto questo gesto. Perché i chirurghi lo fanno entrando in sala operatoria? La verità
La preparazione dei chirurghi prima di un intervento è un momento cruciale per garantire la sicurezza del paziente e minimizzare i rischi di infezioni. Tra le molte procedure rigorose seguite in sala operatoria, un gesto attrae spesso l’attenzione di chi osserva per la prima volta: l’ingresso dei chirurghi con le mani sollevate, tenute rigorosamente sopra il livello del petto. Questo gesto, che potrebbe sembrare un semplice rituale, ha in realtà motivazioni pratiche e scientifiche ben precise. Scopriamole insieme.
La prima fase della preparazione è il lavaggio chirurgico, un processo fondamentale che precede qualsiasi intervento. I chirurghi devono eseguire un accurato lavaggio delle mani e degli avambracci, utilizzando saponi antisettici progettati per eliminare i batteri presenti sulla pelle. Questo non è un semplice lavaggio, ma un metodo rigoroso che mira a rimuovere non solo la flora batterica superficiale, ma anche quella residente, che si trova negli strati più profondi della pelle.
Perché le mani restano sollevate?
Dopo aver completato il lavaggio, i chirurghi mantengono le mani sollevate sopra il livello del petto, con i gomiti piegati. Questo gesto ha due funzioni principali:
- Prevenzione del contatto con superfici non sterili: Durante il trasferimento dal lavandino alla sala operatoria, c’è sempre il rischio che mani e avambracci possano toccare accidentalmente oggetti o superfici contaminati. Tenendo le mani alzate, la possibilità di contaminazione si riduce drasticamente.
- Evitare la contaminazione da deflusso di acqua: Dopo il lavaggio, residui di acqua e detergente possono scivolare lungo gli avambracci. Sollevando le mani, l’acqua scorre verso i gomiti, lontano dalle dita, che sono la parte più critica per il chirurgo. Se le mani fossero abbassate, l’acqua contaminata dalle aree meno sterili degli avambracci potrebbe finire sulle mani, compromettendo la sterilizzazione appena ottenuta.
Successivamente, il chirurgo procede con la vestizione, che prevede l’indossare un camice e guanti sterili. Questo processo avviene sotto il controllo e l’assistenza di un membro dell’equipe medica, per garantire che il chirurgo non entri mai in contatto con superfici non pulite. L’importanza di indossare correttamente i guanti sterili non può essere sottolineata abbastanza, poiché rappresentano l’ultima barriera di protezione tra le mani del chirurgo e il paziente.
Ma la necessità di mantenere la sterilità non si limita soltanto alle mani e ai guanti. L’intero ambiente della sala operatoria deve essere sottoposto a controlli rigorosi. Ogni superficie viene disinfettata, gli strumenti chirurgici sono sterilizzati e viene implementato un sistema di ventilazione che filtra le particelle presenti nell’aria. Questi protocolli complessi e ben strutturati creano una barriera contro le infezioni, che rappresentano uno dei rischi più temuti in chirurgia.
Il gesto di entrare in sala operatoria con le mani alzate non è solo una mera formalità, ma è simbolo e risultato di un complesso sistema di misure preventive. Ogni azione, dal lavaggio delle mani alla vestizione, mira a creare un ambiente sterile e sicuro per il paziente. Questo processo, che potrebbe apparire ripetitivo e meccanico, è in realtà il frutto di anni di studi scientifici e innovazioni nel campo della medicina.
Negli ultimi anni, l’avanzamento della tecnologia ha ulteriormente migliorato i protocolli di sterilizzazione e disinfezione in sala operatoria. Tecnologie come la sterilizzazione a gas, le lampade UV e i sistemi di monitoraggio dell’aria hanno reso l’ambiente chirurgico ancora più sicuro. Gli ospedali moderni sono dotati di sale operatorie ad alta tecnologia, dove ogni dettaglio è studiato per minimizzare il rischio di infezioni.