Estate e rischio salmonella: come proteggersi e quali sono i sintomi

Con il termine salmonellosi si indicano diverse patologie che hanno in comune un’infezione derivante dai batteri della salmonella. In generale la presenza di salmonella a livello intestinale non causa molti disturbi ma in alcuni pazienti, soprattutto con un sistema immunitario debole, si possono manifestare alcuni sintomi. Ecco quali sono i sintomi, le cause di contagio e le cure più comuni.

Salmonella e salmonellosi: cosa sapere

La salmonellosi in genere è un’infezione di origine alimentare. Il serbatoio naturale di salmonella, infatti, è spesso rappresentato dal tubo digerente di alcuni animali, in particolare il pollame. I principali veicoli di contagio, dunque, sono gli alimenti contaminati, come la carne, le uova crude (o gli alimenti che le contengono), il latte crudo e la frutta e la verdura che vengono contaminati durante il taglio. È importante ricordare, infatti, che la contaminazione può avvenire in qualsiasi fase di gestione del cibo. L’infezione, inoltre, risulta essere più frequente nella stagione estiva dal momento che è favorita dal caldo che rende più semplice la contaminazione dei cibi. Bisogna ricordare che le salmonelle vengono uccise dall’ebollizione dalla pastorizzazione ed ha una cottura lunga.

I sintomi e i modi per prevenire

Tra i sintomi più comuni della salmonellosi ricordiamo: diarrea, presenza di sangue nelle feci, dolori e crampi addominali, nausea e vomito, mal di testa e perdita dell’appetito. Tali sintomi si manifestano a distanza di 12-72 ore dall’ingestione dell’alimento contaminato. In genere la malattia guarisce senza trattamenti e la fase acuta si risolve nel giro di 5 giorni. Nel caso in cui i sintomi dovessero portare a complicazioni o dovessero prolungarsi più del dovuto, bisogna rivolgersi al proprio medico. Per quanto riguarda la cura, la salmonellosi può guarire anche senza trattamenti specifici. Ma è consigliabile mantenere alti i livelli di idratazione ed eventualmente integrare sodio, potassio e magnesio. Solo il medico, infine, può valutare l’eventualità di una cura antibiotica.

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