Diete

La dieta di tendenza è quella del ghiaccio: ma attenti agli effetti collaterali

Quando si avvicina l’estate comincia un periodo di diete, rinunce e regimi alimentari che talvolta possono creare più problemi di quelli che risolvono. Tra le diete più strane ma anche più di tendenza c’è la dieta del ghiaccio. Si tratta di un regime alimentare ideato intorno al 2010 da un gastroenterologo americano, Brian Weiner. La dieta Weiner si propone di far dimagrire sfruttando le proprietà del ghiaccio e della termogenesi. Ma funziona davvero? E, soprattutto, quali sono gli effetti collaterali?

Come funziona la dieta del ghiaccio di Brian Weiner

La dieta del ghiaccio aiuta a perdere peso sfruttando la termogenesi. Secondo il suo ideatore, infatti, questa dieta aiuta a risvegliare il metabolismo e a far bruciare i grassi. Bere un solo litro di acqua ghiacciata, infatti, riuscirebbe a far smaltire circa 60 calorie. E così si potrebbero perdere circa 150 calorie (le stesse che si consumano in 2 chilometri di corsa) semplicemente inserendo nell’alimentazione cubetti di ghiaccio per almeno 1 litro. Il meccanismo proposto dalla dieta è apparentemente semplice: ingerendo degli alimenti ghiacciati, il nostro corpo si attiva per alzare la temperatura interna. In questo modo produce calore e, di conseguenza, brucia i grassi. Ma è possibile dimagrire in questo modo?

Gli effetti collaterali da non sottovalutare

La dieta del ghiaccio prevede, dunque, di mangiare alimenti freddi e ghiacciati, di bere acqua con cubetti di ghiaccio, di praticare attività sportiva e di consumare poche calorie. Ma quali potrebbero essere gli effetti indesiderati? Lo stesso Weiner ha avvertito di non bere più di un litro di acqua ghiacciata per evitare l’ipotermia. La dieta, inoltre, non può essere praticata nei mesi troppo caldi né in presenza di temperature troppo rigide. Secondo alcuni esperti, inoltre, mangiare cibo ghiacciato può irritare la mucosa intestinale e aggravare eventuali sintomi di reflusso gastro-esofageo.

LEGGI ANCHE: Covid, vaccino cinese Sinovac: l’Ema avvia l’iter di valutazione

Roberta Gerboni

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Roberta Gerboni

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