Covid, cosa sappiamo della variante indiana? Sintomi e resistenza ai vaccini

Dopo l’arrivo della variante brasiliana e di quella inglese, ci pensa la variante indiana del covid-19 a preoccupare l’Europa e il mondo intero. Fin da subito si è diffusa preoccupazione sulla nuova mutazione del coronavirus, e ci si chiede quali siano le differenze rispetto al virus tradizionale. Maggiore contagiosità? Resistenza ai vaccini? Sintomi più forti o più lievi? Ecco tutto ciò che si sa al momento.

Covid-19, cosa sappiamo della variante indiana

Identificata dagli esperti come B.1.617, la variante indiana è caratterizzata da una duplice mutazione della stessa proteina, la L452R e la E484Q. I ricercatori hanno da subito rilevato una maggiore contagiosità di questa variante che è dovuta proprio alla doppia mutazione. La mutazione L452R, presente anche nella variante californiana, infatti, renderebbe il virus più facilmente trasmissibile. La mutazione E484Q, invece, permetterebbe al covid di sfuggire agli anticorpi, compresi quelli acquisiti tramite la vaccinazione.

Sintomi e resistenza della variante al vaccino

Per quanto riguarda i sintomi, ci sono differenze con quelli del covid-19? Anche la variante indiana presenta la stessa sintomatologia: tosse, raffreddore, febbre, mal di gola, dolori muscolari, mal di testa, diarrea. Questi sintomi, tra i primi a comparire, sono i più comuni e nella variante indiana sembrano arrivare con maggiore impatto sulla salute. Anche i tempi di ripresa e di guarigione sembrano essere più lunghi. Un discorso a parte, invece, riguarda i vaccini e la loro efficacia. La mutazione E484Q, infatti, rende il virus capace di sfuggire agli anticorpi. Questo dato potrebbe allarmare facendo apparire nullo l’effetto della vaccinazione. Al momento, però, i dati in possesso della comunità scientifica sono troppo scarni. La variante in questione, infatti, ha colpito per lo più una popolazione non ancora sottoposta al vaccino e, pertanto, non è possibile valutare la questione in tal senso. Lo stato d’Israele si è già espresso dichiarando che il vaccino Pfizer è parzialmente efficace su questa variante.

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