Lo scorso 21 dicembre l’Agenzia Europea del Farmaco ha dato l’approvazione al vaccino Pfizer BioNTech contro il covid-19. Poco tempo dopo anche il vaccino Moderna è stato approvato in Italia, dopo che era stato utilizzato in altre parti del mondo, tra cui Stati Uniti, Canada ed Israele. Ma quali sono le differenze tra i due vaccini? Hanno entrambi la stessa funzione? Ci sono rischi e controindicazioni diverse? Ecco tutto ciò che c’è da sapere a riguardo.
Approvata la campagna di vaccinazione in Italia
A fine Dicembre si è inaugurata la tanto attesa campagna di vaccinazione in Italia. Con priorità al personale medico e sanitario e ai soggetti fragili, sono già molti gli italiani che si sono vaccinati contro il covid-19. Al momento è stato somministrato il vaccino di Pfizer, ma da qualche giorno il Ministero della Salute ha dichiarato l’approvazione di quello di Moderna. Ma cosa hanno in comune questi due vaccini e in cosa differiscono?
Analogie e differenze tra il vaccino Pfizer e quello di Moderna
Come affermato da Franco Locatelli nel corso della conferenza stampa del 9 gennaio: “Entrambi i vaccini approvati in Italia, Pfizer e Moderna, sono basati sulla tecnologia Rna-messaggero. Ci sono fra i due anche alcune differenze: l’intervallo tra le due somministrazioni è di 28 giorni per Moderna anziché di 21. E per ogni flaconcino di vaccino Moderna sono ottenibili 10 dosi“.
Un’altra differenza, inoltre, come ha spiegato il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, riguarda la temperatura di conservazione del vaccino. Quello di Moderna, infatti, può essere conservato a circa -20 gradi, dimostrandosi, dunque, più gestibile anche in contesti ridotti come la farmacia o l’ambulatorio del medico. Il vaccino di Pfizer, al contrario, necessita di una temperatura di -75 gradi e, dunque, al momento è pensabile che continuerà a essere usato in strutture attrezzate come gli ospedali.
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