Cancro al seno: trovati i geni che predicono il rischio di metastasi

Alcuni geni predicono il rischio della formazione di metastasi per quanto riguarda il cancro al seno. La novità è che una ricerca sostenuta dall’Associazione italiana per la ricerca sul cancro. Un risultato importante, frutto del lavoro dell’Istituto Europeo di Oncologia e dell’Università di Milano. Una scoperta notevole, che con ogni probabilità permetterà la personalizzazione delle terapie a seconda della probabilità di comparsa di tali metastasi. Un passo in avanti cruciale, visto che le cellule di un tumore non sono tutte uguali. A quanto pare la maggior parte di loro si divide un certo numero di volte per poi arrestarsi. Altre invece continuano a farlo promuovendo così sia l’aumento della massa tumorale sia la diffusione delle metastasi. L’Airc (Associazione italiana per la ricerca sul cancro) definisce così le cellule staminali del cancro, oggetto di studio e di profondo interesse per un caparbio gruppo di ricerca 100% made in Italy.

Gli sviluppi della ricerca

Nel caso del cancro al seno il team di studiosi aveva già chiarito un aspetto, ovvero il legame tra la sua aggressività e il numero di staminali presenti nel tumore. Al complesso puzzle si è aggiunto un nuovo e importante tassello. Le conseguenze non potrebbero essere più promettenti: per eseguire trattamenti personalizzati ‘basterà’ adeguare ciascuna terapia medica e chirurgica in base all’effettivo rischio che la paziente sviluppi, col tempo, delle metastasi. La ricerca tra l’altro non si è arrestata. Al contrario, si stanno conducendo ulteriori studi ricorrendo a gruppi di pazienti arruolate in studi clinici internazionali. Questo passaggio rappresenta una tappa indispensabile per introdurre al più presto tale metodica nella normale pratica clinica, il che rappresenta la premura numero 1 per i ricercatori (e certamente anche per le pazienti).

I fumetti di Isabella Di Leo, paziente oncologica

Isabella Di Leo è una ragazza di 29 anni originaria di Milano ma impiegata come grafica pubblicitaria a Gorgonzola, nonostante abbia sempre sognato di dedicarsi al fumetto. Alcuni problemi di salute l’hanno spinta a farsi delle analisi e a richiedere l’aiuto dei medici, i quali tuttavia hanno brancolato nel buio per ben 6 mesi. La decisione di cambiare ospedale è stata provvidenziale: la biopsia effettuata su una cisti al seno ha fornito la diagnosi di carcinoma mammario triplo negativo ad uno stadio avanzato e con una rapida proliferazione in corso. Alla fine il bilancio è stato di 4 cicli di chemio rossa e 12 di texolo, per un totale di 8 mesi di trattamenti. Il tumore per fortuna si è ridotto da 6,5 centimetri a 0,4. Un test genetico ha diagnosticato anche la mutazione BRCA1, la quale comporta un’elevata percentuale di insorgenza di tumori molto aggressivi a seno e ovaie.

Triplo guaio

La mossa successiva è stata quella di ricorrere ad una mastectomia bilaterale preventiva (per procedere alla rimozione delle ovaie dovrà attendere i 37 anni). Durante questo difficile percorso Isabella ha pensato alla creazione del fumetto Triplo Guaio, nel quale il protagonista è proprio il tumore. Si tratta di un antieroe negativo, bugiardo e subdolo, con il quale Isabella può parlare e confrontarsi. “Una risata non può certo curare la malattia, ma innegabilmente permette di affrontarla con più serenità e coraggio”, ha detto l’ispirata Isabella più che mai decisa a proseguire con le sue strip (qui qualche tavola).

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